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Regione, Provincia, Comune, Università, Carivit e Bic Lazio sottoscrivono il manifesto
Nella Tuscia la cultura si fa impresa
Viterbo - 2 dicembre 2010 - ore 14,00

La firma del manifesto nella sede della Fondazione Carivit
- Con l’obiettivo di creare un contesto favorevole alla nascita e alla crescita delle imprese del territorio ed avendo particolare riguardo alla valorizzazione del patrimonio culturale, è stato sottoscritto oggi il “Manifesto per lo sviluppo di un’economia dei beni e delle attività culturali nella Tuscia viterbese”.

Primi firmatari del documento strategico Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comune di Viterbo, Università degli Studi della Tuscia, Camera di Commercio di Viterbo, Fondazione Carivit e Bic Lazio che hanno presenziato al convegno “La cultura si fa impresa”, presso Palazzo Brugiotti, al cospetto di un pubblico accorso numeroso e qualificato.

Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i dieci obiettivi strategici che compongono il Manifesto, al quale potranno successivamente aderire tutti gli attori, pubblici e privati, che operano nel settore culturale della Tuscia viterbese, territorio eletto “Laboratorio” ideale dell’iniziativa:

1. Identificare nuove formule strategiche (in termini sia di concept, sia di processo di produzione) con cui riposizionare sul mercato i siti di interesse culturale;

2. Creare processi e infrastrutture materiali e immateriali per supportare gli attori della filiera nel percorso di costruzione di un sistema di accoglienza e valorizzazione;

3. Favorire un uso privato, ma regolamentato dal pubblico e ad alto valore aggiunto, del patrimonio culturale, incentivando le sinergie fra gli attori del sistema;

4. Definire e condividere le caratteristiche e le potenzialità principali del patrimonio di attrattive culturali esistente, favorendo la concertazione tra gli attori, sia pubblici che privati;

5. Realizzare un modello di governo del patrimonio culturale presente sul territorio che consenta di gestirlo nel tempo e di valorizzarlo in un’ottica sistemica;

6. Definire le linee guida per qualificare la presentazione dell’offerta culturale, ad iniziare dall’ambiente fisico e dal personale di front office;

7. Valutare e definire le esigenze di qualificazione e riqualificazione professionale delle risorse umane e le ricadute in termini occupazionali conseguenti alla realizzazione di un percorso di valorizzazione del patrimonio territoriale in termini di rete turistico-culturale;

8. Innovare l’offerta del turismo culturale, sia tramite forme di fruizione virtuale e multimediali, sia attraverso strumenti di marketing esperienziale che supportino tutte le fasi dell’esperienza di visita;

9. Stimolare lo sviluppo e la nascita di imprese innovative che favoriscano l’utilizzo dei beni e delle attività culturali come volano dell’economia locale;

10. Attrarre capitali privati, competenze eccellenti e imprese ad alta tecnologia, attraverso strumenti innovativi di private equity/venture capital in operazioni finanziarie nel capitale di rischio.

Fare impresa con la cultura significa trovare luoghi per far incontrare e parlare le ragioni della cultura con quelle dell’innovazione, delle tecnologie e del business più in generale, in modo da favorire la nascita di nuove imprese e di conseguenza il profitto e l’occupazione.

Il rapporto tra impresa e cultura è profondamente cambiato negli ultimi anni. La cultura ha cominciato a fare proprie alcune caratteristiche dell’impresa (la gestione manageriale, le politiche di marketing, l’attenzione al cliente, ecc.), l’impresa ha riscoperto la sua vocazione culturale e creativa, acquisendo questa consapevolezza anche della convenienza economica nel diventare partner di progetti e sviluppare identità e mission in relazione ai luoghi di appartenenza. Questa evoluzione ha portato a una congiuntura particolarmente favorevole per chi oggi vuole fare impresa culturale.

Nel corso del convegno è emersa l’esigenza di lavorare congiuntamente, in coerenza con la programmazione regionale e provinciale sul versante del marketing turistico-culturale, valorizzando gli strumenti esistenti.

D’altra parte è stata auspicata anche un’azione, a livello infrastrutturale, del sistema pubblico a supporto degli operatori economici. In merito l’assessore alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio Fabiana Santini: “L’impegno assunto oggi a Viterbo che in dieci obiettivi sintetizza un vero e proprio Manifesto per lo sviluppo dell’economia dei beni e delle attività culturali nella Tuscia viterbese è un passo davvero importante per il nostro territorio.

Considerare i beni culturali un asset strategico per le Province della regione, infatti, è una delle priorità di questa amministrazione e la giunta Polverini è ben consapevole del ruolo che l’industria culturale e creativa potrebbe rivestire nella modernizzazione dell’intero territorio.

Non è un caso che la Regione Lazio sia impegnata nel Progetto Ice che, in una cooperazione europea, punta alla creazione di una rete stabile in grado di generare fattori di crescita economica tra territori e imprese culturali attive nei territori dei siti Unesco e che, nel nostro territorio regionale, ha focalizzato la sua attenzione sulle Necropoli Etrusche di Cerveteri e di Tarquinia e su Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli.

Così come la Regione Lazio è ugualmente impegnata nel progetto della valorizzazione della Via Francigena del viterbese che, come appunto è stato ricordato oggi, ha grosse potenzialità per l’imprenditoria privata mancando lungo tutto il percorso infrastrutture di ospitalità a basso costo e piccole imprese che investano nel settore dei viaggi, della ristorazione e nella distribuzione di prodotti tipici”.

L’impegno assunto oggi al fianco delle altre istituzioni – ha proseguito l’assessore Santini - testimonia quindi che stiamo cercando di superare in maniera molto concreta un vecchio pregiudizio del quale vale pena di liberarsi: e cioè che la cultura possa rappresentare una voce esclusivamente passiva nei bilanci pubblici e che, pur non dovendo essere soggetta a mere ragioni di profitto, non può neanche essere sorda alle opportunità chi si offrono, sul piano economico e anche su quello del lavoro e dell’occupazione.

Siamo invece convinti che un impegno come quello di oggi possa servire a dar vita a un processo virtuoso di tipo imprenditoriale che da un lato serva a migliorare l’offerta rendendo più attrattivi i siti e le iniziative culturali, dall’altro possa generare risorse, lavoro e occupazione”.

“Questa iniziativa è un'occasione per rilanciare l'importanza della cultura come valore sociale ed economico. Il manifesto firmato oggi – ha detto il Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio Francesco Battistoni - sintetizza in pochi punti la volontà di valorizzare i luoghi di cultura e le attività ad essa connesse: metterli al centro come asset strategico per lo sviluppo imprenditoriale del settore.

Un obiettivo ambizioso, ma che, attraverso il sostegno  dell'assessore Santini, degli amministratori locali e di tutti gli attori coinvolti, tornerà a far brillare l'arte e la cultura laziale. In particolar modo nel viterbese, un territorio che vanta un'offerta culturale di pregio, capace di attrarre numerose forme di turismo (storico, culturale, religioso, archeologico, rurale e paesaggistico) e quindi di creare indotto economico. Un'occasione per crescere, insieme alla cultura e ai suoi insegnamenti".

L’impegno per migliorare il sistema di accoglienza dell’offerta culturale esistente, anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, è stato ribadito dal presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi: “La Provincia di Viterbo, con il suo straordinario patrimonio culturale e paesaggistico, si presta perfettamente a svolgere la funzione di ‘Laboratorio territoriale per la promozione e lo sviluppo di un’economia dei beni e delle attività culturali’.

La nostra amministrazione, già in questi primi mesi di attività, ha avviato una nuova politica basata sulla promozione della cultura di qualità come motore dello sviluppo economico della Tuscia.

La cultura intesa come offerta di proposte qualificate, come valorizzazione dei beni culturali, come tutela delle tradizioni e come volano per il turismo della Tuscia. In quest’ottica è certamente importante il contributo dei soggetti pubblici e privati all’interno di una strategia unitaria e complessiva, che renda la cultura attrattore economico indispensabile per il rilancio della Tuscia e per il raggiungimento di finalità strettamente connesse, quali lo sviluppo di un adeguato sistema infrastrutturale e della mobilità, ed un miglioramento della qualità ricettiva”.

Il Comune sarà capofila della rete che si attiverà per promuovere tutte le proposte culturali sul territorio.

Il sindaco Giulio Marini è soddisfatto dell’iniziativa: “L'appuntamento che ci siamo dati qui, oggi, lo considero un punto di arrivo e, contemporaneamente, di partenza, che darà concreto impulso e potrà riconoscere alla cultura non solo il ruolo fondamentale che sempre ha ricoperto nella vita di ogni comunità, ma anche il nuovo significato che, da qualche tempo, la cultura ha acquisito: quello di essere a tutti gli effetti anche motore di sviluppo, elemento di crescita economica apportatore di positivi benefici in un territorio, insostituibile compagna nel cammino della valorizzazione del patrimonio storico artistico ambientale attraverso una gestione manageriale dello stesso.

Il manifesto che firmiamo oggi non è altro che il riconoscimento ufficiale e concreto di questo nuovo percorso, che vede camminare insieme la cultura e le molteplici possibilità di farne volano di sviluppo economico del nostro territorio.”

Marco Mancini, Rettore dell’Università della Tuscia, ha ricordato come il proprio Ente, negli ultimi anni, abbia orientato risorse e iniziative importanti favorendo la nascita di nuove imprese culturali giovanili. Basti pensare al ‘Laboratorio Beni Culturali’ e al Master Sisttec Territorio, beni culturali e nuove tecnologie: sistemi di comunicazione per lo sviluppo di idee imprenditoriali. “Nell’Università ci sono energie pronte a fare la loro parte per rendere protagonista la cultura. E la cultura di impresa ha successo solo se gli spin off sono sostenuti da ‘buona ricerca’”.

Da più parti è stata ribadita la necessità di individuare formule e modalità di ingresso del privato nella gestione del patrimonio culturale in un’ottica di rete e di concertazione, con lo sguardo rivolto alle potenzialità del mercato.

In merito è intervenuto il presidente della Camera di Commercio di Viterbo, Ferindo Palombella:“ “In Italia secondo l’Isnart le strutture ricettive delle città d’arte dal 2000 al 2008 sono aumentate del 23%. Un dato che deve farci riflettere sulle potenzialità di questo mercato anche per la Tuscia Viterbese.

Questo, però, significa lavorare sull’offerta del turismo culturale sotto tutti i punti di vista, in modo da confezionare e comunicare un prodotto affinché sia in grado di essere più competitivo rispetto ad altri territori”.

Altro tema forte affrontato nel corso della giornata è il coinvolgimento degli istituti di credito e degli operatori della finanza innovativa per attrarre o comunque favorire gli investimenti nel settore.

Francesco Maria Cordelli, presidente di Fondazione Carivit, è stato uno dei promotori dell’iniziativa con il progetto del Centro polifunzionale culturale che sorgerà a Valle Faul in collaborazione con Bic Lazio ed i cui lavori termineranno tra due anni: “La Fondazione si propone come soggetto in grado di promuovere una nuova considerazione del patrimonio e delle attività culturali che da ‘attività onerose’ in termini di risorse impiegate per la loro conservazione e promozione divengono ‘attività proficue’, poiché frutto di sviluppo e coesione sociale”.

“L’impegno prioritario è quello di promuovere le start up nel settore culturale” - lo ha ribadito Enrico D’Agostino, presidente di Bic Lazio - “Abbiamo investito molto nel progetto che vedrà a breve la nascita di un Incubatore di imprese a Viterbo.

Una struttura che ospiterà 11 laboratori per le imprese oltre a spazi di servizio come aule, sala riunione ecc. Riteniamo che la promozione e la valorizzazione delle attività imprenditoriali legate alla filiera della cultura, del turismo e dei prodotti tipici che in Europa rappresenta il 2,6% del Pil e da lavoro a circa 5 milioni di persone, debba diventare un punto di riferimento per le istituzioni e le imprese.

E’ importante però che l’incubatore venga identificato da tutta la collettività come il luogo della conoscenza, della sperimentazione e della innovazione. Proprio per questo motivo stiamo lavorando insieme con gli enti e gli attori locali per supportare le strategie e l’operatività delle start up offrendo servizi specialistici e creando contesti favorevoli agli investimenti delle imprese”.


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