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Viterbo - Lettere al direttore - Scrive Pierluigi Ortu
Arsenico, quanto ci dobbiamo preccupare?
Viterbo - 30 dicembre 2010 - ore 1,45

Riceviamo e pubblichiamo - Caro direttore,

seguo con interesse e preoccupazione le notizie sul problema dell'arsenico nell'acqua potabile.

Interesse perché la salute non può che interessare tutti.

Preoccupazione perché, quando verso un bicchiere d'acqua ai miei giovani figli, non sono affatto tranquillo. Sempre mi chiedo cosa gli ho dato da bere, in questi anni.

Ma in questo susseguirsi di notizie c'è anche qualcosa di paradossale.

L'arsenico è considerato unanimemente una sostanza tossica e cancerogena. L'acqua delle nostre case ne contiene all'incirca 27 microgrammi per litro (mcg/L), come conferma anche un recente studio della rivista "Le Scienze".

La sua pericolosità per la salute però non dipende, come si sarebbe portati a credere, dalla quantità disciolta nell'acqua che beviamo, quanto piuttosto dai limiti imposti dalla legge.

Dunque, si tratta di scegliere il momento giusto. Se il limite fissato per legge è, poniamo, di 50 mcg/L, la nostra acqua non ci farà male. Se invece - ed è questo il rischio grave - il valore di soglia, per effetto delle disposizioni europee, dovesse essere portato a 10 mcg/L, allora saremmo esposti a grave rischio per la salute.

Le dichiarazioni dei vari amministratori locali, in effetti, mostrano molta preoccupazione per la riduzione dei valori soglia, e quasi nessuna per la sostanza chimica disciolta nell'acqua che beviamo.

E' insomma il decadere della deroga che avvelena l'acqua, quasi che il rischio provenga dalla Comunità Europea.

La quale per di più minaccia di colpire i già magri bilanci pubblici, con multe da capogiro. E pensare che proprio dalla Ce potrebbero giungere finanziamenti per realizzare impianti di dearsenificazione negli acquedotti.

Mi dica lei, caro direttore, se il mio ragionamento le pare corretto, o se fa acqua da tutte le parti.

Un cordiale saluto

Pierluigi Ortu


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