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Processo Gradoli - Questa mattina, in udienza, la deposizione dei due ex amanti
Paolo e Ala interrogati in aula
Viterbo - 3 dicembre 2010 - ore 3,00

Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli

Ala Ceoban
Paolo Esposito
L'avvocato Pierfrancesco Bruno, legale di Ala
L'avvocato Fabrizio Berna, legale di Ala
L'avvocato Enrico Valentini, legale di Esposito
L'avvocato Mario Rosati, legale di Esposito
Il pm Renzo Petroselli
Luigi Sini, avvocato di parte civile della madre di Ala e Tatiana
Claudia Polacchi, avvocato di parte civile che assiste la figlia di Paolo e Tatiana
- Paolo e Ala interrogati in aula.

Attesa per l'esame degli imputati al processo Gradoli.

Paolo Esposito e Ala Ceoban, alla sbarra per duplice omicidio e occultamento di cadavere, saranno ascoltati questa mattina dalla corte d'assise (presidente Maurizio Pacioni, giudice a latere Eugenio Turco e otto membri della giuria popolare).

I due imputati sono accusati di aver ucciso e nascosto i corpi di Tatiana ed Elena Ceoban, madre e figlia moldave di 36 e 13 anni, scomparse da Gradoli il 30 maggio 2009. Una vicenda divenuta, ormai, tristemente nota, che ha riempito per un anno e mezzo le pagine di cronaca della stampa locale e nazionale.

Al centro della storia, una coppia di "amanti diabolici". Paolo e Ala. Teoricamente cognati, dal momento che lui conviveva con la sorella di lei, Tatiana, dalla quale aveva avuto una bambina.

Paolo, Tania, la loro figlia ed Elena (nata da una precedente relazione di Tatiana) vivevano tutti e quattro insieme in una villetta in località Cannicelle, a Gradoli.

L'idea dell'accusa è che Ala volesse sostituirsi alla sorella. Prendere il suo posto nella vita di Paolo. Tatiana ed Elena, per la Procura, non potevano essere che d'intralcio ai loro progetti. Da qui il duplice omicidio, che, secondo il pm, avrebbe permesso ai due di togliere di mezzo madre e figlia e vivere felici.

L'interrogatorio di Ala e Paolo in aula è stato richiesto da tutte le parti. Accusa, difese e legali di parte civile.

Il tentativo è, ancora una volta, cercare di ricostruire la giornata del 30 maggio e le ore immediatamente precedenti e successive la scomparsa di Elena e Tania. Stavolta, però, saranno i diretti interessati a raccontare come hanno trascorso quel famoso sabato di un anno e mezzo fa, quando madre e figlia sparivano senza lasciare traccia.

Arrestati entrambi nell'estate 2009 (Paolo a luglio, Ala ad agosto), i due non ammisero subito di aver avuto una relazione.

Della loro storia si seppe soltanto dopo un mese di indagini. I due la definirono un capitolo chiuso da tempo. Invece, ad agosto, il colpo di scena: la tresca continuava. Lo sapeva persino Tatiana. E la sera del 30 maggio, Paolo e Ala erano insieme, nella villetta di via Cannicelle. Non uno a Gradoli e l'altra a Santafiora (Grosseto), come avevano riferito in precedenza. "Hanno mentito per paura", si sono, poi, affrettati a dire i loro legali.

Questa mattina, il perché di quella bugia potranno spiegarlo loro in prima persona. E ci sarà da aspettarsi un'udienza fiume, che potrebbe andare avanti per tutta la giornata e continuare sabato. Salvo imprevisti dell'ultim'ora, come un'eventuale decisione dei due di non sottoporsi all'esame degli imputati o di limitarsi a rilasciare dichiarazioni spontanee.


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