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L'ultimo ciak di Mario Monicelli
Cedete lo passo
di Silvio Cappelli
Viterbo - 3 dicembre 2010 - ore 3,20

Silvio Cappelli
- La vita è una storia fantastica. Come in un film. E la tragica morte del regista 95enne Mario Monicelli ci mette di fronte a scelte, come quella dell’eutanasia, che ci fanno riflettere continuamente se sia giusto o sbagliato decidere di andarsene senza lasciarsi morire.

E’ stato il suo ultimo ”Ciak” che ci ha regalato. Dopo una vita intensa passata a girare film, che continuano a farci discutere, ha scelto di non affrontare il male che lo aveva colpito.

Mi viene in mente, come metafora, di un problema irrisolto, “L’armata Brancaleone”, il film che lui girò nel viterbese nel 1966 e che è considerato uno dei più grandi successi del cinema italiano del dopoguerra.

“Cedete lo passo!” dice Teofilatto dei Leonzi in una scena del film rivolgendosi a Brancaleone.

“Cedete lo passo tu!” risponde Brancaleone. E poi ancora: “… No, è a te cedere io sono cavaliere!” - “… e allora io cosa sono?”.

Una discussione continua, evitabilissima, inutile perché fatta in un mezzo a un grande campo di grano, dove sicuramente c’era posto per il passaggio, o la presenza, di tutti e due. Una discussione che finisce senza soluzione per lo sfinimento di entrambi.

"Ah... la milza!" inizia a dire Brancaleone, dolorante al fianco, per far terminare la disputa. “No, ivi ci sta lo fegato” risponde Teofilatto dei Leonzi. E poi ancora in un botta e risposta: “Ah sì? Spesso mi dole” - “Bollitura di cetosella, finocchio... zolfone... malva... tutto insieme... Bere a digiuno!” – “Bono remedio?” – “Eh... ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco... e tu sei guarito!”.

Silvio Cappelli


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