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Politica - Un congresso dignitoso per il Pd e nel rispetto delle regole
Onore delle armi per Panunzi
di Carlo Galeotti
Viterbo - 6 dicembre 2010 - ore 2,30

Pd a congresso
Slideshow

Enrico Panunzi
- Onore delle armi per Panunzi. E una buona pagina scritta per il Pd.

Ieri nel corso del congresso del Pd sono state evitate pagliacciate e va dato atto a Panunzi che ha fatto un buon intervento. Un intervento di chi, nonostante l'aspra battaglia, ha a cuore le sorti del Pd. Un intervento duro, ma nel segno del rispetto delle regole interne che il Pd si è dato.

Una battaglia che, va ribadito, era partita male, anzi malissimo. All'insegna di un vero e proprio bluff politico. E qui bisognerebbe capire chi è che consiglia l'ex ministro Fioroni nel dare il via a certe operazioni. A certe strategie.

Neppure nel giardino d'infanzia della politica uno può immaginare di spararla talmente grossa da fare in modo che nessuno si alzi e dica che il re è nudo.

Neppure l'eminente ex ministro può pensare una cosa del genere. Checché ne dicano i suoi più giovani consiglieri congiunturali.

Ora che il bluff è stato smantellato, si può tornare a ragionare serenamente.

Va detto che Panunzi, ieri, ha fatto un intervento dal palco per molti versi da valutare positivamente. Ha lasciato spiragli di manovra. Non ha sparato sul proprio partito, come forse qualcuno gli consigliava. Ha mostrato una volta tanto di essere in grado di portare a termine una battaglia. Se uno viene sconfitto non è poi molto significativo. Non ha, giustamente, fatto molti passi indietro di principio rispetto alle sue posizioni.

Nessuno può chiedere a nessuno di fare harakiri. Ovviamente il giudizio su di lui rimane invariato, vista anche l'impostazione della sua strategia politica di stampo populista in piena tradizione berlusconiana.

Bene ha fatto Egidi a non lasciarsi andare a eccessi. Lasciando anche lui porte aperte per quanto riguarda la presidenza del partito e comunque a una gestione del Pd che tenga in qualche modo conto di una minoranza significativa. Della presidenza probabilmente se ne riparlerà presto. Ieri in effetti ogni mossa poteva apparire avventata. E precoce.

Come dire che una qualche cosa è rimasta della politica e dei suoi fondamentali. Perfino in un momento di sbandamento globale come questo.

Sconfitti, in questo caso, sono un po' alcune figure di secondo piano che pensano di essere più furbi di tutti, che vanno in giro a spiegare la loro ultima trovata politica. Senza accorgersi di rischiare di portare il Pd nelle secche di un dibattito politico senza senso. E autolesionista.

Peccato che l'ex ministro si sia lasciato fuorviare. A Fioroni ne abbiamo dette di tutti i colori in questa fase e quindi ci possiamo permettere di dire che, ovviamente, nessuno può negare la sua intelligenza politica. Magari sarebbe il caso di applicarla anche nel partito viterbese, senza farsi traviare da apprendisti stregoni dilettanti. E magari senza sentirsi un piccolo imperatore assediato.

Le furbate non funzionano. Il congresso del Pd lo ha dimostrato.

Questo a meno che l'ex ministro non gradisca sportellate come quella di ieri. Ovviamente se uno ama le sportellate si può accomodare. Caspiterina.

Non si può immaginare, poi, come hanno fatto alcuni sindaci e amministratori, anche di valore, che si possa uscire dalla triade, come è stata definita ieri, appoggiandosi a uno dei tre che ne fanno parte senza dirlo ufficialmente.

Ma perché costoro non hanno scelto un loro candidato magari giovane, magari in gamba, magari donna... Dando battaglia. Dando così anche un segnale visivo di rinnovamento. Invece di allearsi con Fioroni e Panunzi.
Qualche volta si può anche rischiare se la causa vale.


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