::::: Tutto low cost  Tutto viaggi  Tutto automobili
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Gallery| TwTv| Corriere2000|





Viterbo - Roberto Talotta scrive al sindaco
Palo caduto, il Comune vigili di più
Viterbo - 7 dicembre 2010 - ore 16,00

Roberto Talotta
Riceviamo e pubblichiamo - Le giornate di forte vento sulla nostra città, non sono più un avvenimento eccezionale, come non sono rare le disgrazie sfiorate per la caduta improvvisa di alberi e pali della luce.

L’episodio verificatosi ieri in via della Pila, è successivo ad altri eventi accaduti in altre zone della città che, fortunatamente, non hanno provocato danni a cose, ma soprattutto a persone, fermo restando che, queste provvidenze, non possono esimere nessuno, tantomeno gli amministratori comunali, dall’intraprendere le doverose iniziative, affinché i residenti dei vari quartieri possano girare tranquillamente senza alzare gli occhi al cielo, pronti a scansarsi qualora un lampione o un albero decidessero di schiantarsi proprio al loro passaggio.

La caduta di un sostegno per l’illuminazione pubblica è, quasi sempre, causata da fenomeni corrosivi e, tali eventi, sono più frequenti di quanto si creda, tant’è che in diverse città italiane e non solo, si registrano casi mortali, oltre che interruzioni di traffico, di attività produttive e di servizi pubblici.

Il rispetto delle Leggi vigenti in materia impone, agli Enti gestori della pubblica illuminazione, di verificare periodicamente tali sostegni, affinché sia garantita la massima sicurezza della stabilità in esercizio. Gli stessi controlli, effettuati da operatori specializzati, sono da prevedersi anche per tutti gli alberi a “grande fusto” che ornano la nostra città perché, se avanti negli anni e non monitorati adeguatamente, possono trasformarsi in elementi fatali piombando rovinosamente a terra.

Pertanto, sindaco, credo sia assolutamente necessario programmare un’azione preventiva sui lampioni e su quantaltro possa subire pericolosi deterioramenti dalle avverse condizioni atmosferiche, al fine di non piangere, poi, sul latte versato, o meglio, affinché non si abbia a versare lacrime per la perdita di vite umane, magari chiamando in causa il “crudele destino”.

Roberto Talotta
consigliere comunale Udc


Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo



Condividi

-