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Viterbo - Ospedale Belcolle - Un abitante della Tuscia su sei vi si è recato
Quasi 50mila accessi al Pronto soccorso nel 2009
Viterbo - 10 febbraio 2010 - ore 14,30

- Un abitante su sei della provincia di Viterbo nel corso del 2009 si è rivolto al Pronto soccorso dell’ospedale Belcolle di Viterbo.

Per la precisione, il numero di accessi dell’Unità operativa complessa di Pronto soccorso e breve osservazione, diretta da Antonio Cuzzoli, è stato pari a 49279 utenti, con un incremento di circa l’11,5% rispetto al 2008, quando gli accessi erano stati 44250.

Si tratta di dati evidentemente impressionanti che pongono la struttura viterbese sui livelli del Policlinico Agostino Gemelli, per quanto riguarda il volume dell’attività svolta, e al di sopra di ospedali come il San Filippo Neri, con entità territoriali e demografiche simili a quella di Belcolle.

“Il Pronto soccorso - spiega Antonio Cuzzoli - oggi svolge un’azione non più di semplice smistamento del paziente, ma di stabilizzazione diagnostica terapeutica dello stesso. Il cuore del nostro lavoro quotidiano è la centralità del paziente, non solo come era una volta la diagnosi della patologia. Comunicare i numeri alla cittadinanza e accompagnarli a una pacata riflessione può essere utile a diffondere il significato e il valore sociale del nostro operato”.

Entrando, allora, nello specifico, nel 2009 i pazienti ricoverati e provenienti dal Pronto soccorso viterbese sono stati 10803, pari al 22,4% del totale degli accessi. Nel 2008 tale percentuale si era assestata sul 23,7, nel 2007 sul 24,3. I pazienti trasferiti in altre strutture sanitarie sono stati 946 (pari il 2%, nel 2008 era stato il 3). Dati, questi, che testimoniano un ulteriore miglioramento del trend già in corso nel passato biennio.

Quanto ai codici di priorità (triage), attraverso i quali i pazienti vengono valutati al loro ingresso in Pronto soccorso in base alla gravità delle loro condizioni, questa è la ripartizione fornita dal direttore dell’Unità operativa di Belcolle.

“I codici di emergenza rossi – elenca Cuzzoli - sono stati 1001 (2% del totale), nel 2008 erano stati 851; i codici di urgenza gialli sono stati 11523 (23,3) contro i 9382 dell’anno precedente; i codici di urgenza differibile verdi registrati sono stati 39596 (69,9%), nel 2008 erano stati 32764; i codici di non urgenza bianchi, infine, sono stati 1530 (2,7), in diminuzione rispetto ai dodici mesi antecedenti quando si erano fermati a quota 2184”.

Su questa divisione si potrebbe già intavolare una discussione articolata su quanto venga valutato in maniera appropriata, o meno, il Pronto soccorso da parte dell’utenza della Tuscia.

“A me, tuttavia – conclude Antonio Cuzzoli –, preme soprattutto spiegare a chi si è rivolto al nostro Pronto soccorso che i tempi di attesa debbono, per forza di cose, seguire dei criteri di selezione rigorosi e imprescindibili. Per cui, un paziente che ha un criterio di selezione elevato per urgenza emergenza, codice giallo, o peggio rosso, deve essere assistito in tempo reale.

Il codice verde dovrà attendere finché non sarà possibile chiamarlo. Come testimoniano i dati del 2009, la mole di lavoro che svolgiamo ogni giorno non è indifferente, è necessario che anche da parte dei cittadini ci sia collaborazione e comprensione.

Rivolgersi, ad esempio, al Pronto soccorso solo quando c’è effettivamente bisogno contribuirebbe non poco a migliorare la qualità del nostro servizio e faciliterebbe l’assistenza tempestiva, ancora di più di quanto non lo sia già ora, dei pazienti che ne hanno urgenza”.

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