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Federlazio - Per il presidente Orsolini sono urgenti interventi per il distretto di Civita Castellana
Una ripresa fragile e incerta
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 11 febbraio 2010 - ore 15,45

Giuseppe Crea, direttore di Federlazio
- Se la ripresa c'è, non si vede. Fragile, incerta, discontinua e come molti lavoratori, precaria.

L'indagine congiunturale Federlazio sull'economia nella Tuscia per le piccole e medie imprese, si presenta ancora con tonalità fosche. Il secondo semestre 2009 segna elettroencefalogramma piatto.

“La caduta sembra essersi fermata – spiega il presidente Rino Orsolini – si registra una leggera stabilità”. Insomma, l'uscita dal tunnel è ancora lontana. Nella seconda metà dell'anno appena concluso c'è stato un lieve incremento della produzione, dal 6.7% al 20%.

“Ma va considerato – osserva il direttore Giuseppe Crea – che il dato è influenzato dalla stagione estiva, quindi dalle imprese nel settore turismo. La chiave di lettura, sotto il profilo della domanda, è la stabilità. Così si sono espresse la gran parte delle aziende interpellate”.

Sul versante ordini, sale al 20% la percentuale che dichiara aumenti. “Le difficoltà maggiori in questo settore – spiega Crea – arrivano dal mercato nazionale. In lieve calo le aziende che registrano un aumento, mentre passano dal 18.8% al 42.9% quelle che non prevedono variazioni”.

Segno positivo dell'11% d'incrementi verso il mercato europeo.

Il fatturato, ovviamente, segue la domanda. “In lieve aumento – osserva Crea – gli operatori che hanno registrato una crescita, dal 13.3% al 21.4%. Incoraggiante il dato sulla stabilità, il 35.7%”.

Seppure tra mille difficoltà, l'occupazione nella Tuscia tiene. In larga parte stabile. “Anche per effetto – osserva Mario Adduci – degli ammortizzatori sociali. In tre quarti delle imprese, il segno è stabile”.

Le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate del 172.1% , dato più alto di quello regionale (106,6%), ma inferiore al nazionale (350,2%), mentre nel primo semestre 2009 la Tuscia era a quota 481,2%. Mentre la cassa integrazione straordinaria fa registrare il valore più basso della regione, nonostante la percentuale sia raddoppiata. Dal 41.4% all'82.5%.

Sul fronte occupazione serve un sostegno deciso. “Un incentivo – spiega Rino Orsolini – a quelle imprese che mantengono i livelli occupazionali. La politica non c'entra. E' una partita tutta economica. Tenendo al lavoro i dipendenti, lo Stato risparmia sugli ammortizzatori sociali”.

E le previsioni per il 2010? Improntate alla scarsa fiducia. Situazione stazionaria. Sul fatturato, la metà delle imprese intervistate prevede di confermare le cifre del secondo semestre 2009 e solo il 21,4% vede una crescita. Si riduce la quota d'aziende che ritengono possibile un aumento nelle assunzioni di personale, mentre anche la produzione si manterrà sugli stessi livelli.

La parola d'ordine è intervenire e subito. Il richiamo di Rino Orsolini è forte. Partendo dal distretto di Civita Castellana.

“Che rappresenta il 50% del pil viterbese – ricorda – torniamo a chiedere la rottamazione del gas, al cinquanta per cento, attraverso agevolazioni, per aiutare le imprese. Con i grandi produttori del settore che stanno delocalizzando la loro produzione, Civita è rimasto l'unico distretto sanitario nazionale”.

Ma anche qui ci sono i primi segnali di delocalizzazione della produzione. Con tutto quello che ne consegue, in perdita di forza lavoro e know how”.

Bacchettate alla politica. “Sento molto in questi giorni – precisa – parlare di poltrone e poco di programmi. Quando si conosceranno i candidati alla Provincia li incontreremo con la stampa, per fare proposte e conoscere iniziative”.

Mentre sulle amministrazioni regionale e provinciale uscenti: “Le intenzioni erano buone, ma si poteva fare di più”.

A Viterbo c'è sempre l'aeroporto in ballo. “Siamo ancora nel limbo e sono passati anni. Il tempo delle parole garbate penso che sia finito”.

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