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Federlazio - L'intervento di Rino Orsolini
Le aspettative per il futuro non sono positive
Viterbo - 11 febbraio 2010 - ore 15,45

Rino Orsolini
Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Rino Orsolini alla presentazione dell'indagine congiunturale del secondo semestre 2009 - “Fragile”, “incerta”, “discontinua”, “precaria”: ad oggi non esistono altri aggettivi da accostare al concetto di “ripresa” per le Pmi della provincia di Viterbo.

E intorno a questi termini gravitano i problemi che l’indagine congiunturale della Federlazio, sul secondo semestre 2009, ha analizzato e cercato di mettere in luce.

Sei mesi or sono, commentando i dati della prima metà dello scorso anno, evidenziavamo lo stato di estrema sofferenza delle piccole e medie imprese della Tuscia, alle prese con la crisi economica internazionale.

Dopo un semestre il quadro congiunturale mette in mostra un lieve miglioramento di alcuni indicatori, ma resta comunque difficile e le aspettative per il futuro sono negative.

Qualche segnale positivo sul piano della produzione, degli ordini e del fatturato, rispetto al baratro di inizio d’anno, non deve indurre a facili conclusioni che potrebbero risultare parzialmente fuorvianti.

Infatti, accanto al breve rialzo di alcuni indicatori economici, abbiamo dovuto registrare anche il peggioramento del saldo tra le imprese che nel corso del secondo semestre hanno aumentato l’occupazione e quelle che invece l’hanno ridotta.

E la mancanza di fiducia degli imprenditori si riflette sull’andamento degli investimenti. La percentuale di imprese che nel secondo periodo del 2009 ha effettuato qualche investimento al proprio interno risulta inferiore a quella rilevata nel primo semestre.

E’ un po’ come dire che, di fronte allo tsunami della crisi, le piccole e medie imprese che sono riuscite a non farsi spazzare via, hanno resistito mantenendo il motore al minimo, tanto per non spegnerlo e farsi trovare pronte quando la tempesta sarà passata.

In definitiva i dati dell’indagine congiunturale fotografano l’immagine di un piccolo e medio imprenditore disorientato e preoccupato. Disorientato, dai segnali spesso contraddittori, che provengono da esperti, commentatori e mass media, che un giorno parlano di fine della crisi, e un altro sottolineano invece la sua gravità.

Preoccupato, perché non riesce ancora a scorgere dagli andamenti del mercato, i veri segnali di una decisa e inequivocabile inversione di tendenza. Per lasciarsi definitivamente alle spalle questo quadro di incertezza e imboccare decisamente la via della crescita, devono verificarsi condizioni che non dipendono solo dal nostro sistema imprenditoriale, malgrado le sue indiscusse capacità.

Una è legata alle dinamiche economiche internazionali che il nostro Paese non è in grado di determinare direttamente. L’altra è legata alla sensibilità e capacità del Governo nazionale e soprattutto di quello regionale di creare l’habitat favorevole alla piccola e media impresa, dove questa possa svilupparsi al meglio e fare quello che rappresenta il suo essere: creare ricchezza e occupazione.

Siamo alla vigilia delle elezioni regionali e provinciali. Nei prossimi giorni la Federlazio incontrerà i candidati alla Provincia di Viterbo ed i candidati del territorio alla regione Lazio. A loro presenteremo una piattaforma articolata di proposte sui problemi e le attese dei piccoli e medi imprenditori locali, nella speranza che possano trovar posto nei rispettivi programmi elettorali.

Diversi saranno i temi al centro della riflessione, ma con un unico comune denominatore: come aiutare le Pmi della Tuscia.


Distretto industriale di Civita Castellana

Le numerosissime situazioni di crisi aziendale nel Distretto Industriale di Civita Castellana e il conseguente, massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali sono la conferma di una perdurante fase di crisi, che genera perdite di quote di mercato e incertezze nelle strategie future, con tutti i rischi di pesanti ricadute occupazionali.

Nell’ultimo periodo sono state avviate alcune procedure di messa in liquidazione di alcune aziende. Di fronte a questi scenari la Federlazio, nel riaffermare con forza il proprio impegno a fianco dei piccoli e medi imprenditori del territorio, continua a chiedere agli interlocutori istituzionali, una costante attenzione alla preoccupante situazione del Distretto civitonico, sollecitando interventi tempestivi e mirati sulle principali criticità vissute dalle imprese, incolpevoli rispetto a quanto sta accadendo.

Proprio nei giorni scorsi abbiamo registrato con soddisfazione il primo passo concreto e significativo nel difficile cammino del rilancio del Distretto ceramico.

E’ l’annuncio che la Regione Lazio, attraverso il Por finanzierà con 8 milioni e mezzo di euro ventisei progetti di aziende dl comprensorio, che svilupperanno investimenti per 24 milioni di euro.

Tutti i progetti presentati dalle aziende aderenti alla Federlazio sono stati finanziati, a conferma della bontà degli investimenti, destinati all’ammodernamento degli stabilimenti, ai processi produttivi, alla riqualificazione, al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili.

Attraverso i finanziamenti le aziende potranno affrontare con maggior tranquillità la risalita dallae sabbie della crisi e le sfide future della competitività sui mercati


Rapporto banca-impresa

Le conseguenze della crisi si stanno traducendo nei ritardi dei pagamenti dei clienti, che vanno a sommarsi alla già ridotta disponibilità di liquidità aziendale.
Il sistema delle PMI rappresenta l’anello più debole della catena, perché già in palese sofferenza sul fronte del credito.

Da tempo è in atto un peggioramento dei rapporti tra aziende e mondo bancario, che in concreto significa aumento dei tassi di interesse, rifiuto , o - nella migliore delle ipotesi – lentissimo iter istruttorio per la concessione di nuovi finanziamenti, fino ad arrivare a brusche richieste di rientro. Esistono ampi spazi di miglioramento nel rapporto tra banca e impresa, da cui possono derivare reciproci vantaggi.

Occorre che il sistema bancario continui ad assicurare uno stretto rapporto con il territorio, mantenendo i livelli precedenti e, se possibile, aumentando l’afflusso di credito alle imprese, indispensabile per attenuare il peso della crisi , garantendo l’ordinaria attività.

Alle banche della provincia di Viterbo chiediamo,pertanto, una doverosa attenzione alla storia ed al vissuto della singola impresa, che tenga conto della sua tradizione di credibilità e non si limiti alla fredda valutazione dei dati di bilancio.


Infrastrutture

Altro fattore cruciale per la ripresa resta quello delle infrastrutture.

Troppe volte siamo intervenuti per sottolineare l’esigenza di superare il gap infrastrutturale che penalizza la Tuscia e ostacola la crescita delle imprese locali.
Oggi, ancor più, siamo a rimarcare il ruolo trainante che gli investimenti in opere pubbliche possono avere per superare la crisi che attanaglia l’intero Paese.

In questa provincia la parola d’ordine è l’aeroporto di Viterbo. Sin dall’inizio la Federlazio ha posto l’accento sull’esigenza di passare celermente alla fase operativa, che veda l’imprenditoria locale non relegata ad un ruolo da semplice spettatore, bensì candidata sin da subito a fare la sua parte attiva.

Tra voci, supposizioni, smentite e polemiche, il travagliato percorso sta andando avanti. Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, ha recentemente ribadito la necessità di avviare i lavori per l’aeroporto di Viterbo, che resta strettamente collegato con la realizzazione delle infrastrutture di collegamento con la Capitale.

Nonostante le assicurazioni del Governo, ad oggi non si intravede la luce della conclusione delle attività propedeutiche all’apertura dei cantieri.

Fare presto: è questo l’imperativo categorico rispetto al quale intendiamo richiamare tutte le istituzioni e le forze politiche e sociali, in modo da dare nuovo slancio alla realizzazione dello scalo aereo viterbese.

Parliamo di sblocco di fondi pubblici disponibili ,anche per le infrastrutture collegate, e dello snellimento dell’iter burocratico per il via libera ai cantieri.

La Federlazio, in sostanza, intende ribadire la necessità che questa opera si faccia e con urgenza, per il bene e l’avvenire del territorio e delle imprese che vi operano.

Rino Orsolini

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