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Viterbo - Sesto anniversario della morte del giovane urologo di Belcolle - La madre e il fratello chiedono giustizia
"Attilio è stato ucciso e ancora non sappiamo niente"
di Stefania Moretti
Viterbo - 13 febbraio 2010 - ore 2,15

Angela e Gianluca Manca, madre e fratello di Attilio Manca
L'avvocato della famiglia Manca, Fabio Repici
Gianluca Manca parla con il suo avvocato
Angela Manca con i consiglieri comunali Pd Linda Natalini e Alvaro Ricci
Angela Manca
Sonia Alfano, europarlamentare IdV e compagna di scuola di Attilio Manca
Lo striscione per Attilio
Sonia Alfano regge lo striscione dedicato ad Attilio Manca
Serenetta Monti, dell'associazione culturale I grilli del pigneto
Il fratello e la madre depongono le rose per Attilio sotto la Prefettura
- Rose bianche e rosse. Le hanno lasciate ieri sotto la Prefettura di Viterbo Angela e Gianluca Manca, madre e fratello di Attilio Manca, il medico trovato cadavere, in circostanze mai chiarite, nel suo appartamento a Viterbo.

Il sesto anniversario della morte di Attilio ricorreva ieri, 12 febbraio. Una data che Angela e Gianluca Manca non possono e non vogliono dimenticare.

Per questo, proprio ieri, in collaborazione con l'associazione nazionale Familiari vittime di mafia e l'associazione culturale I grilli del pigneto, hanno organizzato un corteo in memoria del giovane medico.

Il corteo è partito da piazza del Comune, dove sono state deposte le rose bianche per Attilio. Per poi concludersi a via Saffi, sotto a Palazzo Gentili, dove si è tenuto un convegno alla presenza dell'europarlamentare Idv Sonia Alfano e di Giuseppe Lumia, membro della commissione parlamentare antimafia.

Un corteo silenzioso e composto, che ha attraversato le vie di Viterbo con uno striscione con la foto di Attilio e la scritta: "E' ora di sapere".

"Mio figlio non cadrà mai nell'oblio - ha detto la signora Manca -. Non finché saremo in vita io e mio marito. Abbiamo dalla nostra parte molti giovani e il sostegno di numerose associazioni. Ma nonostante questo, c'è ancora chi tenta di infangare la memoria di Attilio. Soprattutto a Barcellona Pozzo di Gotto, la città in cui viviamo".

Attilio Manca aveva 36 anni quando è morto, il 12 febbraio di sei anni fa. Da due, lavorava a Belcolle, in qualità di urologo, nell'équipe del professor Antonio Rizzotto.

La sua scomparsa resta un enigma. Fu ritrovato alle 11 del mattino, ma era morto da almeno dodici ore, per l'effetto causato da un mix di sostanze: alcolici, eroina e Diazepam (il principio attivo contenuto nel sedativo Tranquirit). Sul braccio sinistro i segni di due iniezioni che, secondo i suoi parenti, Attilio non può essersi fatto da solo: era mancino, ed eseguiva ogni gesto con la mano sinistra. Per questo, secondo la famiglia Manca, l'ipotesi del suicidio non regge.

Dello stesso avviso è Linda Natalini, consigliere comunale Pd, che ha preso parte alla commemorazione insieme al capogruppo Pd Alvaro Ricci. Anestesista all'ospedale Belcolle, la Natalini conosceva di persona Attilio Manca ed esclude categoricamente che facesse uso di droghe.

Come lei, anche Sonia Alfano conosceva Attilio ed è pronta a giurare che dietro alla sua morte ci sia la mano della mafia.

"Attilio era un mio compagno di scuola - ha detto -. Lo conoscevo. E so che non avrebbe mai potuto uccidersi. Quello di Attilio è un delitto eccellente, sul quale non deve calare il silenzio".

Nel novembre 2009 la procura della Repubblica di Viterbo ha chiesto, per la terza volta, l'archiviazione del caso. E per la terza volta, la famiglia Manca, rappresentata dall'avvocato Fabio Repici, si è opposta.

Ora, non resta che attendere l'ennesima udienza, che potrebbe svolgersi domani, come tra sei mesi. L'ennesimo tassello di una vicenda interminabile e che, almeno per ora, non sembra essere vicina a una conclusione.

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