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Cronaca - Guido Bertolaso si difende
"Mi dimetto solo se me lo chiede Berlusconi"
Viterbo - 14 febbraio 2010 - ore 19,15

Guido Bertolaso
- Le dimissioni "sono sempre sul tavolo del presidente Berlusconi. Gli ho detto: presidente, quando vuole, lei mi chiama e faccio le valigie in un minuto, anche con un certo sollievo e una certa gratitudine". Ad affermarlo, in un'intervista al "Sole 24 Ore", e' il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, indagato nell'inchiesta sui lavori per il G8 alla Maddalena. "Lui che ha risposto?", chiede il cronista. "Di lavorare", risponde Bertolaso. "Non c'e' nulla nelle intercettazioni - ribadisce - Si sta solo speculando. Posso dimostrare anche ora, carte alla mano, l'assoluta correttezza dei miei comportamenti" ma "il rischio e' che passino mesi" e "questo non mi pare proprio giusto".

Bertolaso liquida come "umiliante" l'accusa di tangenti: ""qualcuno pensa che io possa essere cosi' imbecille da sporcarmi le mani e l'onore per 10mila o 50mila euro, quando ho gestito per nove anni di fila appalti per miliardi di euro? Quando, prima di Natale, venne fuori il famoso sondaggio che diceva che per popolarita' gli italiani mettevano al primo posto Obama, al secondo Napolitano, al terzo Bertolaso e al quarto il Papa, mi sono detto 'qui sono guai'. A molti personaggi politici questo non fa piacere". La Protezione civile avrebbe dovuto assumersi qualche responsabilità in meno? "Che cosa sarebbe successo in questi anni? Glielo dico io. Il passante di Mestre non ci sarebbe.

L'Expo non ci sarebbe. E non perché io voglio andare a fare quei lavori, come si e' scritto, ma perche' il governo Prodi decise che l'Expo era un grande evento ancora prima di andare a Parigi al comitato organizzatore. A Parigi fu scelta Milano perche' il governo Prodi pote' dimostrare che avremmo seguito procedure capaci di rispettare i tempi". Quanto alla richiesta di dimissioni avanzata da Bersani, "mi fa impressione e mi addolora - ammette Bertolaso - perche' si basa su fatti che non ci sono ed e' probablmente una sorta di dazio che Bersani deve pagare a qualcun altro per avere alle prossime regionali una coalizione piu' ampia del suo partito.

Anche perche' moltissimi parlamentarei del Pd mi hanno mandato messaggi di solidarieta'. Non e' un mistero che io ho piu' amici nel Pd che nell'atttuale maggioranza".

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