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Viterbo - Questa mattina la società che dà la corrente al Siit ha ridotto drasticamente la fornitura - 200mila utenti potrebbero restare all'asciutto
Si rischia di rimanere senza acqua potabile
Viterbo - 15 febbraio 2010 - ore 14,00

Pietro Paolo Anselmi
I computer della sala operativa, gli unici a funzionare grazie a un gruppo di continuità
Il gruppo che fornisce corrente
I computer spenti negli uffici
Una dipendente costretta a lavorare senza corrente e con il cappotto
- “Siamo senza corrente. La Acea electrabel ci ha ridotto la fornitura di corrente al 15 per cento perché da un anno il Siit non può pagare la bolletta.

Adesso non possiamo lavorare. Non possiamo usare i computer e soprattutto è a rischio la distribuzione dell'acqua per gli utenti. Siamo alla frutta”.

Pietro Paolo Anselmi, sindacalista della Cisl in rappresentanza anche di Cgil, Uil e Ugl, racconta la sorpresa che questa mattina i dipendenti del Siit hanno trovato al rientro dal weekend.

“Ci hanno diminuito la disponibilità di corrente – esordisce nervosamente il sindacalista -, perché il Siit non paga la bolletta da circa un anno. La cifra non corrisposta si aggira intorno al milione di euro.

Per dieci giorni andremo avanti con questa quantità di energia, dopodiché, se non pagheremo, ce la staccheranno del tutto. E non voglio pensare a cosa potrebbe succedere.

Oggi siamo costretti ad andare avanti con un gruppo di continuità – spiega – che ci permette di tenere accesi i computer della sala operativa che controlla e riceve le notizie che arrivano dai comuni che fanno parte del Siit. Ma anche il gruppo, che va a batterie, si sta esaurendo.

Al di là dei problemi negli uffici, che sono comunque importanti – continua -, la cosa potrebbe farsi più critica nel caso in cui la corrente venisse meno nelle centrali operative, dove grazie al pompaggio, siamo in grado di produrre l'acqua per distribuirla.

Senza la corrente il pompaggio non è possibile".

Alle 11,30, inoltre, un'altra notizia scuote le mura della società.

"L'Acea - dice - ha ridotto la fornitura di energia anche sulla linea di Tarquinia.

Per il momento siamo ancora in grado di tenere sotto controllo la situazione - dichiara -. Ma se dovessero togliere la corrente a Monte Iugo, che è uno dei serbatoi che fornisce l'acqua alla città e a gran parte del territorio non so davvero come potremo gestire una situazione del genere.

Noi distribuiamo l'acqua a 25 comuni dell'alto Lazio e a Viterbo – dice Anselmi -. Una quantità di circa 150 litri al secondo. Produciamo acqua, la raccogliamo nei serbatoi e poi la forniamo agli utenti.

Ma non solo, perché, da quattro anni, la diamo anche a Talete, che a sua volta la distribuisce ai suoi utenti. Utenti che pagano a Talete un canone. Ma che la società non restituisce al Siit per il servizio fornito.

Noi le spese continuiamo a pagarle – prosegue -, ma non abbiamo guadagni. E così ci ritroviamo a lavorare in queste condizioni”.

Già una settimana fa i lavoratori del Siit avevano annunciato una protesta, perché si era paventato il rischio che non venisse pagato loro lo stipendio.

“I dirigenti ci hanno chiamato – spiega Anselmi – per dirci che ci sarebbe stata questa possibilità di non vedere un euro a fine mese. Il nostro timore si è acuito questa mattina. Se non siamo in grado di pagare i fornitori figuriamoci gli stipendi.

A restare senza soldi da febbraio saranno 42 dipendenti - afferma -. Ma il problema è generale, riguarda tutta la società.

Aprire il rubinetto e non veder scendere acqua o avere caldaie che non funzionano è di gran lunga peggiore.

Il presidente della società si sta adoperando per cercare i soldi necessari a pagare le bollette – continua -.

E' molto preoccupato e sta cercando una soluzione. Non voglio pensare alla possibilità che ci tolgano totalmente la corrente. Stare senza energia elettrica anche solo per cinque ore, comporterebbe una crisi di due giorni all'intero sistema.

A chi devono essere attibuite le responsabilità di questa vicenda? - conclude - L'unica cosa è che tutti, dai politici agli amministratori, dovranno trovare una soluzione concreta e che duri.

Dobbiamo risollevare questa società, che era economicamente in buona salute.

Dobbiamo farlo per i dipendenti che ci lavorano e dobbiamo farlo soprattutto per gli oltre duecentomila utenti che si affidano al Siit per avere l'acqua”.

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