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Vittorio Aquilanti, o meglio il Sor Vittorio, non c'è più.
Ha vissuto 14 in più del suo ristorante, quel mitico Aquilanti noto in tutta la Tuscia e anche oltre, che il primo gennaio del 1996 chiuse i battenti.
In realtà il sor Vittorio non aveva mai smesso i panni del ristoratore. Anche senza la sua tipica divisa continuava a “curare” la gente che incontrava come faceva con i suoi clienti di allora. Elargiva sorrisi cordiali, non dimenticava di salutare le signore con un baciamani, e allietava i bambini con uno scherzo o un dolcetto.
Era fatto così, per natura. Ma pur continuando a vezzeggiare parenti, amici e conoscenti, senza il suo ristorante gli mancava qualcosa. Per questo anche quando il locale è stato trasformato in scuola alberghiera il sor Vittorio ha continuato a vivere lì, anche solo per guardarlo e per ricordare i bei tempi andati.
Per lui era un sollievo non allontanarsi da quelle stanze familiari, ma allo stesso tempo era anche un fatica non poter più donare quella celebre “cura” ai suoi vecchi clienti per colpa degli acciacchi dell'età.
Non ne parlava molto del suo ristorante, ma se qualcuno, anche per caso, gliene accennava appena, si capiva subito che il suo pensiero era sempre lì. Lo sguardo esprimeva l'orgoglio del successo, in parte tradito dal dispiacere di vedere il suo “gioiello” ormai dismesso.
Il sor Vittorio insomma era un uomo di “cura”. Curava i suoi clienti, i familiari, gli amici, i semplici conoscenti con un’attenzione e una premura unica. Era il modo in cui dimostrava che quelle persone gli stavano davvero a cuore.
Così, con la stessa “cura”, la sua famiglia lo ha assistito negli ultimi giorni della sua vita e lo continuerà a ricordare con affetto.
