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Bolsena - La critica del consigleire Puri
"Sull’acqua il sindaco fa come Ponzio Pilato"
Viterbo - 19 febbraio 2010 - ore 17,00

Riceiamo e pubblichiamo - Con un avviso del 23 gennaio scorso il sindaco di Bolsena, Paolo Dottarelli, rende noto ai suoi concittadini che l’acqua potabile da loro utilizzata quotidianamente per il consumo domestico presenta concentrazioni di alcuni minerali (arsenico, fluoro, vanadio e selenio) generalmente superiori ai parametri stabiliti da una direttiva europea recepita da noi con decreto legislativo del febbraio 2001.

Secondo il sindaco, tuttavia, il superamento dei suddetti parametri non deve allarmare la popolazione perché le maggiori concentrazioni, soprattutto di arsenico e fluoro, non costituiscono pericolo per la salute umana essendo comunque inferiori in valore a quanto previsto dal Consiglio Superiore di Sanità.

Sembrerebbe quindi che tutto vada bene anche perché, su richiesta dei Sindaci dei Comuni dell’Ato 1 Lazio Nord/Viterbo, la Regione Lazio nel 2006 ha concesso una deroga ai valori dei parametri stabiliti nel decreto legislativo del 2001, deroga che è stata successivamente rinnovata fino all’ultimo provvedimento adottato alla fine del 2009.

Non si capisce però il motivo per cui il sindaco, dopo aver rassicurato i cittadini escludendo ogni pericolo per la loro salute, senta il bisogno di invitare la cittadinanza ad evitare l’attivazione di campagne di fluoroprofilassi e a limitare il consumo di alimenti ad elevato apporto di fluoro, giungendo addirittura a sconsigliare il consumo dell’acqua da bere in distribuzione ai soggetti di età inferiore ai 14 anni.

Delle due l’una: o l’acqua che si consuma nel nostro territorio non è nociva e allora non si vede la necessità di limitazioni che, come nel caso dei minori di 14 anni, addossano sui cittadini oneri di spesa aggiuntivi; oppure l’acqua presenta rischi per la salute umana e allora è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità e agisca di conseguenza.

Non vorremmo che il sindaco Paolo Dottarelli, memore di ciò che fece Ponzio Pilato, di fronte a un problema così cruciale per la salute dei cittadini, invece di assumersi le proprie responsabilità abbia pensato bene di mettere le mani avanti e di lavarsele nelle acque, ancorché avvelenate, di Bolsena.

Alla luce di queste considerazioni crediamo di dover rivolgere alcune domande al nostro Sindaco pregandolo di voler rispondere nel più breve tempo possibile.

Innanzitutto, vorremmo sapere perché l’Amministrazione comunale ha atteso tanto tempo prima di informare i cittadini della situazione in cui versa l’acqua potabile che ogni giorno utilizziamo nelle nostre case. Il problema del superamento dei parametri consentiti non nasce infatti ieri ma, come abbiamo visto, risale al 2001 ed è nel 2006 che i Sindaci hanno chiesto alle autorità competenti una deroga ai suddetti parametri. Non vorremmo che il nostro Sindaco abbia preso coscienza del problema solo poco tempo dopo aver trasferito alla Talete le competenze (e quindi gli oneri) sulla gestione delle acque.

In secondo luogo, visto che nell’avviso del sindaco si spiega che la richiesta di deroga avanzata alla Regione nel 2006 è stata giustificata con la necessità di attuare “uno studio di dettaglio finalizzato alla caratterizzazione complessiva degli acquiferi e alla individuazione delle soluzioni ottimali da adottare per il rientro dei limiti”, vorremmo sapere se mai è stato avviato questo studio e, in caso affermativo, a che punto è e quali indicazioni sono finora emerse.

Infine, vorremmo sapere dal nostro Sindaco quali sono, al di la dei generici inviti alla prudenza, i passi concreti che egli intende compiere per verificare i rischi effettivi che gravano sulla popolazione, considerata anche l’esistenza di studi dai quali emerge un quadro ben più allarmante sulla situazione dell’acqua, e quali azioni specifiche egli voglia porre in essere per tutelare efficacemente la salute dei cittadini.

Maurizio Puri
Consigliere di minoranza – Sinistra Ecologia e Libertà

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