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Bolsena - Servizio idrico
Arsenico nell'acqua il Pd attacca il sindaco
Viterbo - 19 febbraio 2010 - ore 17,00

Riceiamo e pubblichiamo - “… Bolsena, per i servizi idrici, si trova in una felice situazione: dispone di acqua propria, (…); l'acqua è purissima e di eccellente qualità dal punto di vista minerale. L'acquedotto è abbastanza equilibrato ed efficiente, e non ha bisogno di adeguamenti per la tutela dell'igiene e della sicurezza…”

Sono alcune delle frasi di un comunicato di fine gennaio scorso con il quale l’amministrazione comunale di Bolsena dava la notizia del passaggio della gestione delle risorse idriche a Talete SpA a partire dal 1° gennaio 2010.

Pochi giorni fa è invece magicamente apparso sui muri un avviso del sindaco che “consiglia” ai suoi concittadini, soprattutto se minori di 14 anni, di non bere l’acqua proveniente dal proprio acquedotto in quanto i valori di arsenico e fluoro supererebbero la soglia di rischio stabilita dalla comunità europea (anche se sarebbero comunque inferiori a quelli poi derogati dalla normativa regionale nel 2006).

Il tempismo tra i due atti è davvero singolare: il Comune cede alla società Talete l’acquedotto, dove scorre acqua purissima, e immediatamente dopo scopre che c’è dell’arsenico di troppo mescolato all’acqua.

Ora, le cose sono due: o qualcuno, munito di taniche di arsenico e fluoro, aspettava con trepidazione il passaggio di consegne per riempire l’acquedotto di veleno e mettere così in difficoltà il servizio di gestione dell’acqua pubblica, oppure l’arsenico in quell’acqua c’era già, e da un po’ di tempo, anche.

Sembrerà strano, ma noi siamo convinti che la seconda ipotesi sia decisamente più credibile.

Allora ci vengono in mente alcune domande che rivolgiamo al sindaco Paolo Dottarelli, dal quale aspettiamo una risposta plausibile.

Come mai l’amministrazione si accorge solo ora, a passaggio di consegne avvenuto, della presenza di arsenico nell’acqua?

E perché si rivolge ai cittadini con un semplice avviso anziché, come sarebbe più logico, con un’ordinanza che vieta il consumo di acqua fino a quando il problema non verrà risolto?

Forse il sindaco pensa che la soluzione del problema in questione possa essere rinviata all’infinito, non rientrando, la potabilità dell’acqua, tra i punti salienti del proprio programma elettorale?

E considerando che l’obbligo di rientrare nei limiti previsti dall’Unione europea esiste già dal 2001, non era forse il caso, mentre si usufruiva per quasi dieci anni di continue proroghe, di programmare intanto i necessari investimenti per garantire la salute dei cittadini, senza aspettare di dover cedere il servizio alla Talete per scaricarsi delle responsabilità?

Il circolo Pd di Bolsena

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