:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
Tutto casa


Viterbo - Gli imputati sono accusati di aver costretto due minorenni a prostituirsi
Riduzione in schiavitù, rinviata l'udienza
Viterbo - 20 febbraio 2010 - ore 1,10

Copyright Tusciaweb
- Riduzione in schiavitù, rinviata l'udienza.

Si sarebbe dovuta svolgere questa mattina in Corte d'Assise di Viterbo l'udienza che vede imputati un albanese, due marocchini e tre romeni per riduzione in schiavitù. Invece, data l'assenza per malattia del giudice a latere Franca Marinelli, tutto è saltato.

Se ne riparlerà il 16 e 17 aprile, quando saranno ascoltati i testimoni in aula.

I fatti contestati agli accusati risalirebbero al 2005. Quando due ragazze romene, che all'epoca avevano solo 14 e 15 anni, vennero portate in Italia da alcuni connazionali.

Secondo l'ipotesi accusatoria, le due adolescenti, con un pretesto, sfurono convinte a lasciare la Romania. Poi, una volta in Italia, sarebbero state vendute ad altri romeni e costrette a prostituirsi.

In un primo momento, agli indagati nell'ambito dell'inchiesta era contestato il reato di sfruttamento della prostituzione. L'accusa si aggravò quando, nel corso delle indagini, le due giovani raccontarono di essere state segregate, picchiate qualora si rifiutassero di prostituirsi e sottoposte a ogni tipo di violenze. Morali e fisiche.

L'accusa, quindi, divenne di riduzione in schiavitù. Un reato decisamente più pesante, comprensivo, tra l'altro dello sfruttamento della prostituzione. E alla quale, per due imputati, si aggiungeva il carico dell'accusa di violenza sessuale, sulla base dei racconti delle ragazze.

Oltre ai tre romeni, all'albanese e ai due marocchini, nell'inchiesta sarebbero coinvolti anche due uomini campani, residenti a Viterbo. Secondo l'accusa, i due avrebbero avuto rapporti con le adolescenti quando erano ancora minorenni.

Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo

Condividi