:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
Tutto casa


Viterbo - Interviene il sociologo Manuel Anselmi
E' grottesco il dibattito nel Pd
Viterbo - 21 febbraio 2010 - ore 3,45

Giuseppe Fioroni
Riceviamo e pubblichiamo - Gentile direttore,

quanto sta succedendo all’interno del Pd viterbese merita un’attenta analisi e una dovuta e conseguente presa di coscienza da parte di tutti.

Le scrivo sia in qualità di studioso di sociologia politica sia come cittadino votante di questa provincia cercando, da un lato, di mantenere il maggiore distacco tra questi due ruoli e, dall’altro, con la consapevolezza che il secondo non può essere separato nettamente dal primo.

Mi permetto di usare lo spazio gentilmente concesso da lei e dal suo giornale per sottoporre all’attenzione dei lettori di Tusciaweb alcuni elementi di analisi sperando di appellarmi così alla loro più autentica coscienza democratica. Visto che di questo si tratta.

La ridicola bagarre all’interno delle fazioni del Pd viterbese e gli effetti devastanti per la coalizione hanno l’effetto di uno spettacolo grottesco, come del resto è grottesco tutto ciò che assume delle connotazioni paradossali: invece di perseguire il proprio scopo, il proprio vantaggio e i propri obiettivi, si insiste ad oltranza nella ricerca dell’opposto. Piuttosto che promuovere una strategia e un programma per vincere, sembra quasi che si stia sperimentando la migliore tattica masochistica per perdere.

In realtà, si sono accumulate troppe anomalie e adesso la situazione sfugge a tutti. A qualcuno quello che succede sembrerà il frutto di una tremenda congiuntura, mentre quello che stiamo vedendo è solo l’effetto di una lunga e cattiva prassi politica.

Caro direttore, il migliore antidoto contro questo genere di derive (che il cittadino non può che percepire come ridicole) lo conosciamo bene: sono i percorsi partecipativi, gli spazi di condivisione con la base e le scelte che rispondono alle esigenze del territorio. Solo attraverso queste modalità possono uscire nomi dei candidati, contenuti dei programmi, strategie di comunicazione e di azione credibili ed efficaci. E questo vale soprattutto se un partito si dichiara democratico e ha la responsabilità di un’intera coalizione.

Altrimenti, succede quello che sta succedendo: gli interessi e i bisogni del tessuto sociale di un territorio vengono oscurati dalle esigenze delle cerchie burocratiche e di comando che gestiscono le federazioni del partito, compromettendo perfino le alleanze. Il consenso non può essere preteso sulla base di logiche interne, ma deve essere “saldato” sui bisogni sociali delle persone. I partiti devono ascoltare, non pretendere.

Se si analizzano le pagine dei giornali locali come il suo nelle ultime settimane, ci si rende conto che buona parte della cronaca politica pre-elettorale, è stata dominata completamente da questioni relative alle possibili mosse di quel candidato o di quella corrente politica, allo scopo di ipotizzare vari scenari di alleanza. Con quale effetto? Oscurare il dibattito serio e responsabile sui veri problemi della provincia.

Le faccio un esempio su tutti. Un esempio che conosco bene sia perché ho avuto modo di studiarlo, sia perché ce l’ho sotto gli occhi tutti i giorni, vivendo a Fabrica di Roma. Parlo della crisi del distretto industriale di Civita Castellana: più di 2500 persone in cassa integrazione; una crisi senza precedenti, che dura da più di dieci anni e che interessa un’area alla quale corrisponde più del 40% del Pil provinciale. Una crisi dovuta ai processi di globalizzazione che richiederebbe risposte programmatiche a livello locale, mai concretizzabili senza strategie promosse dai politici e condivise da istituzioni, operai e imprenditori.

Un efficace percorso politico pre-elettorale avrebbe dovuto trovare proprio nella discussione di questioni cruciali come la crisi del Distretto Ceramico di Civita dei momenti fondamentali di aggregazione, di confronto e di sperimentazione delle strategie politiche del Pd e della coalizione del centro sinistra.

In questi giorni, quella che un tempo si chiamava “la base” avrebbe dovuto mettere alla prova proposte e persone per affrontare questioni cruciali. E invece l’autoreferenzialità del dibattito di una certa classe dirigente ha fatto dimenticare le priorità del nostro territorio per cui la politica è chiamata ad agire.

Le cattive prassi hanno prevalso sul principio di responsabilità. E la cosa più grottesca e assurda: a svantaggio di che le attua e con grande soddisfazione degli avversari.

Manuel Anselmi

Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo

Condividi