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Elezioni provinciali - Pd - Sposetti spiega perché ha ragione e perché è infallibile
Compagni questa è la linea...
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 21 febbraio 2010 - ore 14,10

Sposetti con Bersani
- Martedì prossimo in direzione provinciale il Partito democratico si deve ricomporre attorno al documento della sinistra firmato dal presidente Andrea Egidi. Quindi, essendo un tavolo di pacificazione, si buttano a mare tutte le auto candidature e si decide il candidato presidente della Provincia.

A dettare l'agenda politica del Pd è Ugo Sposetti. Più convinto che mai, il giorno dopo l'incontro con Emma Bonino, che a Viterbo, per palazzo Gentili vada proposta la stessa alleanza della Regione. E anche di più.

Di buon umore dopo l'incontro di ieri e forse anche per la bella domenica di sole, il capogruppo in Comune, stamani in conferenza stampa, fa notare (ma specifica a titolo personale) che oggi, 21 febbraio, l'accordo Pdl – Udc ancora non è stato firmato.

“La politica – osserva – dovrebbe fare una mossa. E' un mio ragionamento. Come accaduto per le scorse comunali, l'Udc fu tirato fino all'ultimo giorno, poi non se ne fece niente. Fortunatamente per loro avevano un piano b, una loro lista. Oggi sta accadendo la stessa cosa.

Vorrei che la politica si appassionasse alle vicende che accadono di giorno in giorno”. Sta suonando la sveglia per Allegrini? In Provincia insieme all'Udc, però, non sarebbe una contraddizione rispetto all'alleanza con la Bonino in Regione? “No – sostiene Sposetti – perché come lei stessa ha detto, per vincere servono anche i voti degli scontenti del centrodestra”.

Prima della coalizione, va ricucito lo strappo dentro il Pd. Partendo proprio dal documento sottoscritto da Egidi. Su cui, per Sposetti, è impossibile non concordare. “Quando si dice – spiega – che per confermare il centrosinistra in Provincia serve una coalizione unita, coesa e leale, con un programma in linea con quello per la Regione e partendo dal lavoro del centrosinistra viterbese, o quando si sostiene l'esigenza di costruire liste in grado di allargare il consenso attorno al presidente, che va scelto entro poche ore, come si fa a non essere d'accordo?”.

Anche perché: “Al tavolo programmatico del centrosinistra – spiega Sposetti – c'era anche il capogruppo in Provincia Domenico Manglaviti, in questo modo verrebbe sconfessato”.

Insomma, un documento che è il festival delle ovvietà. Che anche il segretario provinciale Allegrini avrebbe dovuto firmare. E altrettanto il vice Giulia Arcangeli. “Se ci si riconosce nella Bonino e nel suo programma – dice ancora Sposetti – perché a Viterbo non deve accadere”.

Quindi, logica conclusione, bene ha fatto Andrea Egidi a sottoscriverlo. “Se ci sono ragioni per cui altri non lo hanno fatto – osserva - ce lo spieghino.

Non sono uno sprovveduto. Se mettessi in fila le cose accadute nelle ultime settimane, dalle due liste Pd, una delle quali di solo Popolari, alla rottura delle trattative con la sinistra, a due candidati per la Regione della stessa corrente Franceschini, capirei che qualcuno si sta preparando a scelte diverse dopo le elezioni. Quando mi è stato detto, in un momento d'ingenuità non ho capito, ora è tutto chiaro”.

Resta un punto: “Voglio impedire che tutto questo accada. Non si può andare separati al primo turno e poi vedere che succede”.

Sta di fatto che Angelo Allegrini e Giulia Arcangeli hanno sostenuto l'impossibilità di un accordo con la sinistra, motivato da divergenze insormontabili sul programma (vedi l'aeroporto). Col rischio d'avere una maggioranza impaludata a palazzo Gentili, come quella uscente. “Discutere di qualcosa che non c'è – osserva Sposetti – è inutile. Ci siamo fatti tutti una risata con Capaldi. Sullo scalo viterbese non c'è un centesimo.

Se ci fosse un euro stanziato, io capirei che si discutesse su come spenderlo. Ma non c'è”.

Quindi, tutti insieme appassionatamente. “Anche perché – conclude Sposetti – non capisco come mai la Bonino vada bene in Regione, pur di candidarsi si va a braccetto con la sinistra, ma a Viterbo no. Dando per scontato che si perde”.

Il punto forse è proprio questo. Troppe cose non si capiscono. E se non le capisce Sposetti, valle a far capire a chi a fine marzo dovrebbe votare Pd.

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