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Tutto casa


Scrive Elena Maria Scopelliti del comitato "Marina velka senza fango
Basta cemento
Viterbo - 23 febbraio 2010 - ore 15,45

Riceviamo e pubblichiamo - Noi del comitato "Marina Velka senza fango", nato dopo le alluvioni che nel 2004 e nel 2005 hanno devastato il comune di Tarquinia, chiediamo alle istituzioni di non autorizzare la costruzione di nuove ville e di un albergo.

Il comune di Tarquinia è una perla dell'Alto Lazio, ma le scellerate scelte fatte fino ad ora rischiano di compromettere per sempre la sua natura di polo d'eccellenza per turismo e agricoltura.

Non solo, infatti, la zona è minacciata dalla centrale a carbone di Civitavecchia, ma non sono ancora stati risolti i problemi relativi agli straripamenti dei corsi d'acqua, agli scarichi abusivi che inquinano il mare e il fiume Marta, al sistema fognario e di scorrimento delle acque superficiali di Marina Velka e Tarquinia Lido.

Senza una preventiva risoluzione dei suddetti problemi la costruzione di nuove unità abitative rischia di far collassare l'intero sistema.

A nostro parere, per una rinascita economica della zona, invece di puntare sulla quantità, autorizzando nuovi insediamenti e nuove attività, sarebbe più produttivo puntare sulla qualità, con la valorizzazione e tutela dell'esistente, compresa la salvaguardia della necropoli etrusca da poco scoperta proprio nella zona di Marina Velka dove si vorrebbe speculare con l'ennesima gettata di cemento.

Elena Maria Scopelliti
Presidente del comitato Marina Velka senza fango

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