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Sul canale "Caccia e pesca" mercoledì 24 febbraio
Il mondo rurale viterbese su Sky
Viterbo - 23 febbraio 2010 - ore 16,30

- Il mondo rurale e le tecniche tradizionali di caccia dei contadini nell’area viterbese saranno presentati mercoledì 24 febbraio alle ore 19,00 sul canale tematico di Sky “Caccia e pesca” (canale 235) nella puntata n° 10 del programma “Parliamo di caccia” condotto da Bruno Modugno. L’argomento sarà affrontato a partire dal libro di Antonio Quattranni, ospite in studio, dal titolo “Viaggio nella civiltà contadina – La caccia”, di recente edito dalla casa editrice Annulli Editori.

L’interesse del canale tematico “Caccia e Pesca” per la “caccia senza fucile” che si praticava nell’ambiente contadino scaturisce dal suo significativo valore antropologico, visto che ormai tali tecniche sono da ritenere un “mondo perduto”. Al giorno d’oggi, le varie forme di caccia un tempo comuni nel contesto rurale, sono sostanzialmente scomparse da diversi decenni insieme alla cancellazione dell’insediamento rurale tradizionale.

Quelle forme di caccia, messe in atto con strumenti appositi, trappole, lacci e tagliole di vario genere, possono però essere ricordate e “ricostruite” attraverso la memoria di quei contadini-cacciatori che le hanno vissute conoscendone le caratteristiche e le modalità pratiche che ovviamente costituiscono un’esperienza e una mentalità venatoria molto diverse da quelle della caccia cosiddetta “nobile” o “classica” e che oggi è soprattutto sportiva.

“Proprio perché quella realtà antropologica è ormai lontana – ha detto Bruno Modugno nella presentazione del libro - la documentazione della “caccia contadina” relativamente all’area dell’Alto Lazio raccolta in questa pubblicazione, come è stato fatto per altre aree geografiche, consente di comprenderla in maniera più completa nelle caratteristiche, ma anche nelle forti suggestioni di grande valore culturale che per molti sono ancora possibili in relazione alle proprie radici nella civiltà contadina”.

Tutto questo deve comunque essere considerato senza alcun “idillismo nostalgico” e ancor meno nell’ottica di una impensabile “apologia” delle tecniche che oggi sarebbero considerate di bracconaggio.

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