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Tutto casa


Viterbo - Questa mattina l'udienza in tribunale - Daniela Bizzarri, consigliera delle pari opportunità, chiede al sindaco di mantenere le promesse
Simona rischia di tornare segregata
Viterbo - 24 febbraio 2010 - ore 13,45

Giovannina Fiori e la figlia Simona
Le due donne con Daniela Bizzarri, consigliera di parità del Comune di Viterbo, che si è interessata al loro caso
- “Il giudice Silvia Mattei si è riservato. Ha preso atto della situazione e c'è stata un'ampia discussione sulla vicenda. La sua decisione arriverà tra venti giorni”.

A parlare è Benedetto Cimino, avvocato di Giovannina Fiori e sua figlia Simona, alle quali era stato detto di lasciare la casa popolare in cui abitavano, dopo la morte del marito di Giovannina.

“Abbiamo parlato per oltre un'ora – continua l'avvocato -. Il giudice ha analizzato i diversi aspetti della vicenda e adesso aspettiamo che si pronunci”.

Il caso era emerso nemmeno un anno fa, lo scorso febbraio. Due le parti che si erano interessate alla vicenda delle donne: l'Ater, proprietario della casa in cui vivevano e il Comune.

Govannina e Simona abitavano in una casa al terzo piano, senza ascensore. La donna, 73enne, ha provveduto alla figlia fin quando ha potuto. Poi, a causa dell'età, non ce l'ha più fatta e non è riuscita più a far uscire la figlia, che è rimasta segregata in casa per tre anni.

Per risolvere questo problema, fu dato loro un appartamento più accessibile rispetto al primo.

Con l'interessamento di Ater e Comune la situazione sembrava, dunque, essere risolta. Oggi tutto torna di nuovo in discussione.

Daniela Bizzarri, consigliera di parità al Comune di Viterbo, che si è interessata al caso, parla all'uscita dal tribunale, a conclusione dell'udienza.

Marini deve mantenere le promesse. Mi aveva detto che avrebbe fatto di tutto pur di non mandare via da quella casa Simona. Lo aveva assicurato a me e al presidente dell'Ater Enrico Panunzi, ma evidentemente le cose sono andate diversamente".

Il nuovo appartamento, era stato dato in deroga, per la presenza di due disabili: Simona e suo padre.

Ma a dicembre una prima tegola è caduta sulle due donne. "Il marito di Giovannina è morto e quindi l'appartamento le è stato tolto. A entrambe è stato detto che dovevano lasciare la casa, perché non essendoci più due disabili, sarebbe bastato loro uno spazio inferiore rispetto agli 87 metri quadrati della casa in cui abitavano.

La nuova casa dovrebbe essere di 47 metri e dovrebbe ospitare tre persone: Giovannina, Simona e la badante".

A gennaio, poi, come se non bastasse, l'arrivo di una nuova tegola. "Alle due donne è arrivata una lettera in cui c'è scritto che avrebbero dovuto lasciare la casa entro 15 giorni, altrimenti sarebbero state denunciate perché considerate abusive e avrebbero rischiato una multa tra i 15 e i 60 mila euro.

Mi chiedo come possa pagare una cifra di questo genere, una donna che va avanti con 700 euro al mese – continua la Bizzarri -. E' da qui che ha avuto inizio il processo. Si è arrivati in giudizio e ora attendiamo la decisone del giudice.

Avremmo potuto evitare tutto – afferma la Bizzarri – con una semplice voltura, cioè con il cambio di proprietà, intestando la casa a Giovannina. Senza tenere conto della metratura, anche perché l'appartamento dell'anziana, le era stato assegnato in deroga, cioè per casi di emergenza.

Il Comune nella trattativa – conclude la consigliera – ha proposto la sospensiva di tre mesi, rinviando a quella data la discussione sulla casa. Ma c'è da tenere conto che un'altra casa a disposizione non c'è e non ci sarà nemmeno tra tre mesi”.

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