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L’opinione di un candido democristiano
Spegni i lumi, Roma, se no ‘so guai
di Renzo Trappolini
Viterbo - 26 febbraio 2010 - ore 2,30

- Normale che le decisioni sulle candidature si prendano all’ultimo momento, quando cioè non si può far più niente per contrastarle, tranne votare contro o non votare. Ora, però, è il momento di conoscere cosa faranno i candidati una volta eletti.

L’handicap della Tuscia è sempre quello, l’isolamento. Il programma: romperlo.
Certo, rispetto a Rieti (altra provincia del Lazio nord) siamo messi meglio: ferrovie - scadenti, ma i treni passano- e un collegamento col raccordo anulare migliore del capoluogo sabino per gli ultimi 40 chilometri.

Mancherebbero poi solo una ventina di chilometri per collegarci a Civitavecchia, cioè ad uno dei maggiori porti del Mediterraneo e da lì all’aeroporto di Fiumicino ed alla futura Autostrada per Livorno. Con la stazione di Orte e l’A1, poi, a traffico attuale (non se aumenterà), la superstrada va bene e collega con l’Umbria produttiva. Venissero, infine, messi a frutto gli investimenti sulla ferrovia abbandonata…

Fermi restando i confini regionali c’è un ruolo naturale che il nord del Lazio potrebbe svolgere: da Civitavecchia, a Viterbo, a Rieti (completando, come previsto, l’asse per Terni). Quello di énclave nell’Italia centrale con potenzialità di autosufficienza per riferimenti produttivi, attrattività turistica e scambi, dal Tirreno all’Adriatico (a proposito, l’Interporto apre nel 2010 come si diceva e per fare che, con quali operatori, con intese anche tra istituzioni di che tipo e quale vocazione di business?).

Anche quarant’anni fa, al tempo dell’amministrazione Bevignani in Provincia (lo ricorderà Tonino Delle Monache, che ci credeva), si pensò all’aeroporto. In verità, da allora un aeroporto, come un cavalierato e un sigaro toscano, non si è negato a nessuno nell’Italia che non ha un piano aeroportuale e brucia soldi pubblici e privati vicino ad hangar vuoti.

Per Viterbo, però, oggi, è diverso. Un Governo – forse (anzi senza forse) per l’impegno del ministro conterraneo - ha fatto verificare che qui si potrebbe spostare il traffico di Ciampino e – indipendentemente dalle procedure stabilite dal Codice della Navigazione e tuttora in vigore – si sono scritte lettere, fatti incontri e approvati documenti per realizzare il secondo Aeroporto della Capitale.

Se il sindaco di Roma non si oppone e, soprattutto, se non è stato uno scherzo (perché dire che tanto non c’è una lira se qualche politico locale si diede così da fare in parlamento per la concessione in deroga ad Aeroporti di Roma e l’aumento delle tariffe per le società della specie?) si tratta di un’occasione unica per completare i tratti di strade mancanti ed ammodernare le ferrovie (a proposito, quando le candidate presidenti della Pisana ne parlano, si riferiscono alla Roma Capranica Viterbo o alla ex Roma Nord e questa proprio fino al capoluogo?).

Insomma, se lo Stato ci dà questa servitù aerea perché a Ciampino non se ne può più (rumore, fumi, confusione, ….), che paghi il prezzo col finanziamento alle infrastrutture.

E’ questa occasione che tutti, da destra a sinistra (intera), vogliono? Si o no, perché non vale attaccarsi alla Vas o alla Via, le valutazioni ambientali, che aspettiamo da altri.

Il politico non è un tecnico. Dica chiaro con la sua sensibilità e coscienza: vale di più la prospettiva dell’aeroporto o il danno ambientale che, per quanto si potrà contenere, è certo che ci sarà?

La parola ai candidati (e non li invidio). Perché la questione è dirimente: stavolta si vince o perde quì il gioco (e un prezzo c’è sempre) del futuro di questa terra che, volendo, può anche restare com’è. Anche se sarebbe un peccato, considerata la prospettiva con Civitavecchia, Rieti e l’Umbria.

Infatti, se Roma diventerà aerea metropolitana e per forza di cose centripeta (da secoli tutte le strade portano a Roma), si può ipotizzare una forma di gestione del territorio distinta che veda insieme e staccata dalla provincia romana la parte Nord di questa (da Formello a Ladispoli, a Civitavecchia-Porto) con Viterbo-Aeroporto e Interporto per congiungersi magari alla Sabina?

I candidati alle Regione che ne pensano, meglio, se la sentono di pensarci? E farlo sapere? O anche per questo dobbiamo aspettare lumi da Roma?

Renzo Trappolini

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