Riceivamo e pubblichiamo - Qualche riflessione su quanto è accaduto è d'obbligo. L'apparentamento fatto dal candidato alla carica di presidente della Provincia con l'Udc ha sconcertato tutto il Pdl oltre agli amici delle liste collegate.

I fatti sono noti, nessuna delle sette liste apparentate era a conoscenza che anche i centristi avevano ottenuto l'apparentamento con lo stesso candidato alla presidenza.

Questo pone due problemi, uno di ordine politico ed uno di ordine tecnico. E' inammissibile che soltanto due persone, il candidato e il coordinatore, possano decidere come affrontare una difficile campagna elettorale e con chi. Dicono che ci sono state imposizioni da Roma. Questo è l'ultimo argomento che ci può convincere ad accettare tale soluzione, anzi ci pone in netto contrasto con tali decisioni.

L'autonomia delle scelte spetta al coordinamento provinciale, altrimenti non comprendiamo a cosa serve un organismo politico territoriale se deve soggiacere alle imposizioni romane. Per quanto mi riguarda non accetterò mai tali imposizioni che nascondono opportunismi non confessabili degne della peggiore politica, quella politica che allontana la gente dall'impegno civile. Tra l'altro alla luce di quello che sta succedendo a Roma, non credo che tali soloni possano dare istruzioni a noi viterbesi.

Il secondo aspetto è di natura tecnica. Alla luce dei problemi creati da decisioni superficiali ed inopportune, nasce il problema di come uscirne senza creare danni irreparabili.

Non abbiamo la bacchetta magica e quindi ci siamo rivolti ad un luminare della materia perchè ci illumini sul da farsi, ma una cosa è certa, i miei amici ed io abbiamo chiara una cosa, se sapevamo dell'apparentamento con l'Udc, la lista del Popolo Etrusco nel Pdl, ma non solo, avrebbe presentato un proprio candidato alla presidenza della Provincia. 

Candido Socciarelli
Membro del Coordinamento Regionale del Pdl