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Viterbo - Raffaele Beretta invia una lettera aperta all'assessore Vito Guerriero
"Palamalè, il problema non saranno le vetrate?"
Viterbo - 2 febbraio 2010 - ore 19,15

Riceviamo e pubblichiamo
la lettera aperta inviata all'assessore allo Sport Vito Guerriero - Da quando è stato aperto il Palazzetto dello sport, nei primi anni ottanta, leggiamo sui giornali titoli apocalittici sul freddo.

Sembrerebbe strano, ma io non mi sono mai meravigliato perché ritengo normale che ciò avvenga, in quanto, a mio modesto parere, molto probabilmente non è altro che la conseguenza dell'esito del bando di concorso per la realizzazione dell'impianto sportivo.

A partire dai primi anni cinquanta, da quando si iniziò nel dopo guerra a praticare basket a Porta Fiorentina, mi sono sempre interessato, anche in prima persona, in qualità di dirigente sportivo e di collaboratore del Coni provinciale, della necessità di realizzare impianti sportivi al coperto.

Potrei esporre nei minimi particolari le storie di quelli realizzati a Viterbo: Paolo Savi, Santa Maria della Verità, Murialdo, Palamalè e Civitas, e se non ci fosse stata l'iniziativa privata non sarebbe stato possibile svolgere in questi decenni tanta attività.

Tornando al problema "riscaldamento" del Palazzetto dello Sport, mi sorprende di non aver mai sentito una parola di giustificazione da parte dei responsabili della cosa pubblica in merito a quello che secondo me è il vero problema e cioè le pareti vetrate dell'impianto che provocano una dispersione termica così elevata da vanificare ogni forma di riscaldamento.

A questo si deve aggiungere che il progetto prevedeva che il calcolo per il riscaldamendo si dovesse basare su una presenza di duemila spettatori che contribuissero ad elevare la temperatura.

Si dovrebbe intuire che probabilmente al momento della costruzione il progetto non prevedesse il rispetto delle norme vigenti in materia di risparmio energetico. D'altra parte, visitando moltissimi impianti in ltalia, non né ho mai visto uno con la totalità di pareti vetrate come quello di Viterbo, tanto da pensare anche che si fosse trattato di un esperimento del progettista, valido sul piano architettonico ma non altrettanto sul piano della temperatura ambientale.

Non ci saremmo trovati in questa situazione se la commissione addetta alla scelta del progetto avesse preferito, tra gli undici presenti, uno dei due progetti redatti, per conto delle Ditte costruttrici, da Caroli (allora responsabile del Servizio lmpianti Sportivi del Coni) e da Perugi.

Probabilmente non si ebbe il coraggio di far torto ad uno dei due pur validi progettisti viterbesi e venne prescelto il progetto che, guarda caso, era stato escluso in primis perché il più costoso. Nel corso degli anni sono stati eseguiti lavori ed effettuate spese sicuramente secondari a quello della ristrutturazione delle pareti vetrate.

Mi riferisco al rinnovato impianto di riscaldamento, non utilizzabile allo stato delle cose per le spese inaudite e per il risultato pressoché nullo, al nuovo parquet (quello precedente era ottimo e funzionante), ai tanti tabelloni segnapunti cronometro, ecc.

Ai vari dirigenti sportivi che si sono susseguiti, interessati all'uso dell'impianto, Colonna, Fontana, Scaramuccia, Lega, ecc., ho sempre fatto presente che per risolvere il problema del riscaldamento non vi era altra soluzione che quella di rlstrutturare le pareti vetrate dell'impianto al fine di eliminare la dispersione di calore.

Con pareti murarie la temperatura non sarebbe certamente polare, più contenuta, e d'estate sicuramente non equatoriale. E già che si parla di impianti, ricordo che i rappresentanti del Comune, a fronte dei problemi del Palazzelto, circa un anno or sono fecero presente la necessità di realizzare una palestra per le esigenze del basket.

Al riguardo vorrei suggerire che di fronte al Palazzetto vi è un'area idonea allo scopo, in quanto destinata a "servizi" e di proprietà di un ente pubblico, nutilizzata da decenni. Ed ancora, l'amministrazione provinciale, che ha realizzato impianti sportivi in provincia (Tarquinia, Acquapendente, Orte, ecc.), perché non programma, d'intesa con il Comune, una palestra nel capoluogo?

lnfine sulla gestione degli impianti: non ho mai visto di buon occhio la gestione affidata ad una sola associazione quando l'impianto svolge o deve svolgere un'attività polisportiva. C'è il rischio che potrebbe avvalersi della titolarità della gestione per escludere dall' utiIizzazione altre Associazioni.

Raffaele Beretta

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