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L'opinione di uno sporco comunista
Meroi politico di razza
di Valerio De Nardo
Viterbo - 2 febbraio 2010 - ore 6,00

Valerio De Nardo
- Stimo Marcello Meroi come persona seria e amministratore esperto ed anche come “collega” opinionista di Tusciaweb.

Per un periodo è stato anche il mio “principale” e in quel periodo la diversa dislocazione politica non fece velo a un sincero reciproco apprezzamento.

Se pure se ci dividono cultura politica e sensibilità personali, trovo con lui condivisione in un modo di approcciare i problemi e affrontare il dialogo da posizioni diverse, elementi non scontati in una realtà nella quale si preferisce gridare più forte piuttosto che ragionare pacatamente sforzandosi di ascoltare idee diverse mentre si propongono le proprie.

La sua candidatura alla presidenza della Provincia di Viterbo mi pare espressione di un percorso politico non improvvisato, se pure all’opposto del mio.

E’ per questo che mi fece piacere la simpatia che Meroi, già commissario del Msi della Tuscia, mi manifestò un po’ di tempo fa per la denominazione di questa opinione come quella di uno “sporco comunista”: di per sé l’espressione della consapevolezza della storia complessa che la società italiana e la nostra generazione hanno attraversato in questi decenni.

Ovviamente (altrimenti che sporco comunista sarei?) alle elezioni sosterrò l’avversario del candidato della coalizione Pdl-Udc, ma, nonostante ciò, vedo nella candidatura di Meroi lo sforzo di individuare una personalità capace e credibile.

Ma capacità e credibilità dovranno misurarsi nelle scelte. Di fronte alla determinazione del Governo di rilanciare la produzione di energia nucleare, che cosa pensa il candidato alla presidenza di Palazzo Gentili della possibilità che Montalto sia un sito di produzione o Ischia/Canino di stoccaggio delle scorie?

Pensa che l’apertura al traffico commerciale dell’aeroporto militare di Viterbo (a cui chi scrive è comunque contrario) sia un percorso da perseguire purchessia, anche se se ne avvantaggiasse solo qualche rendita fondiaria, ovvero sia un intervento del sistema delle comunicazioni del Paese che necessita di infrastrutture di comunicazione tra la Tuscia e la Capitale prima di ogni altra cosa?

Qual è la sua ricetta per contrastare il declino del distretto industriale di Civita Castellana?

Credo che su questo vada misurata una proposta di governo del territorio, se pure il pedigree di un ex sindaco del capoluogo, ex parlamentare e assessore all’urbanistica in carica del centro più importante della provincia ne attestano una razza politica di tutto rispetto.

Tutto questo presupponendo che nel frattempo dal centrosinistra giungano segnali di vita, a parte qualche vibrazione di suscettibilità che si manifesta quando qualche critica si leva a fare il pelo alle magnifiche sorti e progressive del Grande Partito Riformista.

Un ragionamento a parte meriterebbe la vicenda dell’Udc che un uomo politicamente scorretto come Antonio Di Pietro ha definito “meretricio”.

Ma se la politica è stata ridotta a nient’altro che ad un mercato fra nomenclature, perché prendersela con chi spunta il prezzo migliore tra i due forni? In fondo Casini ha inventato il Grande Partito Rifornista.

Valerio De Nardo

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