Riceviamo e pubblichiamo - Il ministro della Funzione Pubblica Brunetta riapre l’argomento “bamboccioni”.
Per coloro che non lo sapessero i “bamboccioni” sono gli ultra trentenni che vivono in casa con i genitori. Quale comoda sistemazione! Accuditi in tutto e per tutto come bimbi da amorevoli genitori che se ne prendono cura preparando leccornie per colazione o aggiustando loro il letto. Poveri noi!
A qualcuno dei nostri politici è forse venuto in mente che non viviamo nel mondo delle favole? Nella vita reale è possibile che qualcuno decida che sia più comodo rimanere in casa con i genitori, ma sono sicuro che la maggior parte dei “bamboccioni” deve fare i conti con i problemi sostanziali e concreti di una società mal gestita.
Vorrei che i nostri politici spiegassero come un giovane può trovare lavoro in un periodo di crisi, come quello che stiamo attraversando, ed in un paese in cui l’intenzione governativa è quella di innalzare l’età pensionabile. E sì! Perché senza un lavoro come può una persona pagare l’affitto o le bollette?
I giovani preparati, intraprendenti, fortunati lo trovano un lavoro, direte voi. Sì, lo trovano. Peccato che nella maggior parte dei casi sia un lavoro a “tempo determinato”, magari per soli tre mesi. Peccato anche che nessuno si fidi a dare in affitto un immobile o a fare credito a chi ha un contratto di lavoro temporaneo!
La verità è che i trentenni di oggi si trovano a vivere in un contesto sociale privo di prospettive per il futuro. Non è che i giovani siano incapaci di crearsi una vita indipendente, è che non ne hanno la possibilità per mancanza di certezze.
La colpa di ciò non deve e non può ricadere semplicisticamente sul desiderio di protezione dei genitori dei “bamboccioni”, ma va attribuita ad essi nella misura in cui questi hanno contribuito, con il loro voto elettorale, a determinare le scelte politiche del paese.
Dovremmo maturare come uomini e come cittadini comprendendo che le scelte politiche che facciamo si ripercuotono su tutti gli aspetti della vita sociale ed economica.
Pietro Ferraro
dirigente sindacale Fials di Viterbo