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Tolmino Piazzai
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- In difesa della gestione pubblica dell’acqua. Questa mattina in Provincia incontro su un argomento molto attuale come il decreto Ronchi-Fitto, il cui articolo 15 rinnova profondamente la normativa sul servizio idrico integrato, stabilendo che i sistemi di gestione debbano andare a gara ed essere gestiti da una società mista, mentre solo in deroga è possibile mantenere il sistema di gestione pubblico in house.
La Provincia di Viterbo e l’Arall (associazione regionale autonomie locali) hanno invitato lo studio legale “Sciumè e associati” di Roma per entrare nel vivo della normativa e verificare tutte le possibili conseguenze sulla gestione in house della normativa Ronchi-Fitto.
“Pochi giorni fa il consiglio provinciale – dichiara l’assessore Tolmino Piazzai - si era espresso per dichiarare l’acqua un bene di primaria importanza e senza rilevanza economica. Sull’argomento assistiamo a un dibattito nella società civile e in Parlamento.
L’esperienza di Viterbo della società pubblica, seppur sofferta, sta andando, anche se in maniera faticosa, a regime, superando ostacoli di vario genere. La Regione ha riconosciuto la fragilità e debolezza dell’Ato di Viterbo sotto il profilo politico. Noi esprimiamo la nostra contrarietà al decreto Ronchi Fitto. Ribadiamo la validità dell’esperienza viterbese, che quindi va consolidata e non modificata. Comunque, la situazione rispetto a reti, fognature e depurazione, impone un sostanziale aiuto pubblico per garantire qualità, efficienza ed efficacia”.
L’incontro è stato moderato dal presidente di Arall, Francesco Chiucchiurlotto, che ha espresso la propria soddisfazione per i contenuti della giornata di lavoro, utili a salvaguardare in termini specifici di legge una forma di gestione come quella in house che nel panorama regionale è la più saggia e vicina alle popolazioni. Sono intervenuti anche Giancarlo Daniele, dirigente dell’Ato 1, e Roberto Corbo, presidente di Talete.