- Si è conclusa ieri pomeriggio con l’appuntamento "Moonlight -Confessioni di un telecronista lunatico", la seconda stagione della nona edizione del Salotto delle Sei.
L’evento che ha visto ospite ieri, Tito Stagno e suo nipote Luca Benoni, giornalista anch’esso e coautore con Stagno del libro ''Mr. Moonlight, confessioni di un telecronista lunatico'' , ha riscosso, nonostante le avverse condizioni metereologiche, un buon successo di pubblico sulla scia del grande eco che la rassegna ha prodotto in questa ultima edizione.
I racconti di Stagno sono stati emozionanti, basati sul filo del ricordi, riportati alla platea con schiettezza, ricordi dell’Italia passata, ricordi della guerra, della povertà ; ricordi di un’Italia che stava vivendo un cambiamento forte, ricordi dell’Italia degli anni ’60 riportati certo con una forte nota malinconica.
Tito Stagno, celeberrimo telecronista dell’allunaggio del ’69, pezzo di storia di “mamma rai” , rievoca il suo trascorso di giornalista, il suo impegno profuso per tantissimi anni e il suo amore per il suo mestiere, il suo doloroso abbandono dell’azienda per non essere stato a pieno capito dagli alti vertici.
Il dibattito si avvia poi alla chiusura dopo una serie di domande che il conduttore, Bottone, pone a Stagno in merito ai venti di bufera che tirano oggi in Rai; Stagno spiega brevemente che la situazione non è delle più rosee e anzi c’è un chiaro intento di voler distruggere il servizio pubblico sotto l’egida di una conduzione troppo politicizzata dei vertici, c’è assenza di professionalità e c’è una bassissima qualità dell’offerta, il ricordo che Stagno ha della Rai è assolutamente antitetico rispetto a ciò che la Rai è ora.
Provocato dal conduttore, alla domanda: “A quale cronista oggi affiderebbe la telecronaca dell’allunaggio?” , Stagno risponde forse un po’ deluso che non ci sarebbero telecronisti idonei.
Si conclude l’incontro con un video realizzato per promuovere il libro di Stagno, che vede la platea commossa ed emozionata davanti ad un pezzo di storia che a Viterbo ha deciso di fermarsi per raccontare e raccontarsi.
