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L'opinione di un candido democristiano
Le bufale sposettiane
di Renzo Trappolini
Viterbo - 7 febbraio 2010 - ore 3,35

Renzo Trappolini
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- Ricapitoliamo. Ugo Sposetti, uno dei capi del Pd nazionale e custode dei tesori del Pci, aveva giurato che l’accordo del Centrosinistra con l’Udc, il partito di centro che si dice erede della Dc, era stato concluso da tempo e siglato sia per la Regione che per la Provincia.

L’Udc - che non è la Democrazia Cristiana, la quale i due forni li manteneva in vita con la sua alternanza nel domandar grissini – è entrata in tutti e due i forni di nuova generazione che, comunque, resteranno aperti indipendentemente dalle pagnotte in offerta speciale sotto elezioni.

Alla fine è piaciuto di più l’impasto del centrodestra in mostra nella boutique del pane della Capitale, a Roma dove da molti secoli si decide il bene e il male, l’oggi e il domani.

Dove un antico poeta raccontando la guerra di Troia scrisse “timeo danaos et dona ferentes”, ho paura di quelli che mi incontrano e per di più lo fanno portandomi regali (fosse pure un cavallo… di Troia).

Perché tre assessorati provinciali, con tanto di vice presidenza incorporata e un consiglierato regionale senza cercare preferenze, sono davvero un regalo così grande da far pensar male senza peccare nei confronti dell’offerente Pdl, dove non mancano gli autarchici, convinti di vincere le elezioni provinciali senza allegati.

Ma Roma locuta est (val la pena di scrivere forbito e latino, con riferimento alla Caput mundi e per rispetto ai protagonisti) Roma ha parlato.

Al di là dei Cimini, però, il popolo, quello delle Libertà , si è ribellato e, attraversato il raccordo anulare, ha rivendicato l’autonomia etrusca.

A Viterbo decidiamo noi e Roma (capoccia) ha detto sì. Ha accettato senza colpo ferire, ha rinculato d’un sol colpo. Si torna a decidere a Viterbo e con la forza che ognuno ha.

La politica, anche stavolta, ha mostrato forma, aspetto di circo, di spettacolo, mentre la sostanza è rimasta la guerra: c’è infatti chi pensa che mentre sul palco si fanno cineserie ed offrono cotillons, dietro le quinte si sono già date indicazioni per andare a riprenderseli, fosse pure a 80 km di distanza.

Ah, inattendibilità delle parole, come quelle dell’Ugo Sposetti di centrosinistra - Udc, incredibili quando poi si ricordano gli scontri tra Gigli e i maggiorenti Pdl verbalizzati in consiglio comunale ma riguardati con occhio un po’ miope.

E lo spettacolo potrebbe continuare magari sulle note di “volare” e sottofondo di acuti e bassi stridenti, se si pretende che a cantare in coro siano i favorevoli ed i contrari all’ “aeroporto”, la questione vera e madre del tipo di sviluppo da scegliere che avranno di fronte le nuove amministrazioni provinciale e regionale.

Sul proscenio, intanto, i candidati a presidente e consigliere di Palazzo Gentili - ognuno con buon curriculum di servizio partitico - per ora a far da comparse, perché non gli è stato dato modo di raccontare le differenza dell’uno e dell’altro all’interno dello stesso partito (cioè tra quelli che si chiamano amici e che giustamente il professor Vismara, richiamando a dire la verità, insegnò a definire più propriamente amici-nemici).

Speriamo che nei prossimi giorni, si possa capire ed avere un motivo in più o forse “un” motivo per andare a votare. Altrimenti, non resta che Totò alla XVI strofa di ‘A livella: …la Casta è casta e va sì rispettata / ma voi perdeste il senso e la misura…”.

In fondo… quisquilie, bazzecole, pinzillacchere… e ho detto tutto!

Renzo Trappolini

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