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L'opinione di uno sporco comunista
Cortonesi, un candidato di alto profilo
di Valerio De Nardo
Viterbo - 8 febbraio 2010 - ore 2,30

Valerio De Nardo
- Ci sarebbe un bel po’ da discutere sull’etichetta di “radicale” che viene affibbiata indistintamente a tutto quel che si muove a sinistra del Pd.

In confronto ad alcuni amici appartenenti a quell’area, infatti, una persona tendenzialmente moderata e per certi versi conservatrice come me rischia di passare per un vero estremista.

Qualche sera fa rimproveravo ad alcuni di loro, impegnati nelle trattative per le elezioni provinciali: avete chiamato il Pd, ma il telefono era occupato perché dall’altra parte erano impegnati in una conversazione con l’Udc; quando l’avviso di chiamata vi ha fatto sapere che erano disponibili vi siete educatamente andati a sedere al tavolo come niente fosse…

Se i democratici hanno fatto la scelta strategica di spostare al centro il loro asse politico penso che si tratti di un disegno legittimo e, in un’ottica di superamento del berlusconismo, si tratti pure di un elemento in qualche misura necessario.

Ma non per questo a sinistra del partito di Bersani, a mio parere, si deve rimanere “a ricasco” delle sue scelte dopo il flop della vocazione maggioritaria.

I dati di fatto non si possono cancellare. L’Udc appoggia Renata Polverini alla presidenza della Regione Lazio, con Rodolfo Gigli ospitato nel “listino” (senza escludere che per qualche altro Gigli sia prevista ulteriore considerazione negli accordi sottoscritti…).

Era non solo politicamente, ma anche elettoralmente insostenibile che i casiniani potessero correre nella Tuscia contro i loro alleati in Regione per elezioni che si celebrano nello stesso giorno. Per questo mi sembrava irritante l’attesa di un accordo che non poteva arrivare.

Criticavo, dunque, chi si colloca a sinistra del Pd per questo pazientare in attesa di capire se e come il maggior partito del centrosinistra volesse muoversi.

Pertanto sono rimasto positivamente sorpreso quando, finalmente, con una sorta di sussulto di dignità, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra hanno avanzato al tavolo della coalizione il nome del professor Alfio Cortonesi.

Il preside della facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università della Tuscia, oltre ad essere, ad oggi, l’unico nome presente al tavolo del centrosinistra, rappresenta a mio parere la sintesi molto interessante di un profilo alto per un progetto di governo della Tuscia.

La sua candidatura propone infatti una persona esterna al circuito partitico, ma nello stesso tempo con ben definite connotazioni politiche, nonché impegnata in un ruolo amministrativo nell’ambito dell’autonomia universitaria.

Pone in primo piano la funzione dell’ateneo, nell’ottica della valorizzazione di un territorio che nella sua storia, nel suo paesaggio, nella sua forte vocazione agroalimentare ha i propri punti di forza, mentre all’orizzonte centrali nucleari e grandi infrastrutture ne adombrano imponenti trasformazioni e nuove servitù.

Ho stima personale nei confronti del professor Cortonesi, ma, al di là di questo, mi pare che egli rappresenti un interessante segnale di novità, con il quale il Partito democratico è chiamato a confrontarsi non soltanto con rispetto, ma pure con intelligenza. In ogni caso i nomi che esso eventualmente avanzerà dovranno in qualche modo essere all’altezza di quello proposto da sinistra.

Pensare di risolvere la questione della candidatura alla presidenza della Provincia come funzione residuale delle candidature regionali mi pare infatti puro politicismo. Ma che ci volete fare: solo i grandi strateghi sanno cos’è la politica.

Strateghi così sapienti da ipotizzare non una vera “lista del presidente”, aperta alla società, ma un duplicato di liste Pd, per trovare spazio a sindaci e assessori che si contendono il posto nei vari collegi.

Ennesima testimonianza, questa, di come i partiti siano lentamente scivolati ad essere comitati elettorali, momenti di compensazione tra eletti e eligendi nelle istituzioni, invece che luoghi in cui “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (secondo quel che prevede l’articolo 49 della Costituzione).

La vittoria di Nichi Vendola alle primarie pugliesi, l’affermazione della candidatura di Emma Bonino nel Lazio, la “svolta” di Di Pietro al congresso dell’Italia dei valori pongono nuove condizioni per chi abbia l’intenzione di ricostruire il centrosinistra (qualcuno di noi non disdegnerebbe di parlare di “nuovo Ulivo”).

Chi ha più peso ha sicuramente più responsabilità in questa direzione. Spero abbia anche la lucidità per esercitarle.

Valerio De Nardo

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