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Nepi - Contro ogni forma di discriminazione e razzismo
L'Anpi festeggia il giorno del Ricordo
Viterbo - 9 febbraio 2010 - ore 18,15

Riceviamo e pubblichiamo - Nel 1920, il futuro dittatore Mussolini affermava:" Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone.

I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500 mila slavi barbari a 50 mila italiani."

In questa affermazione sta la radice velenosa e tragica delle foibe.
Per venti anni il regime fascista impose alle popolazioni dell'Istria e Dalmazia una violenta forma di colonizzazione e una politica razziale di discriminazione  (obbligo dell'uso della lingua italiana, italianizzazione dei cognomi, deportazioni di massa nei campi di concentramento, massacri della popolazione civile).

Da questa condizione di oppressione che seminò odio e rancore ebbe origine il fenomeno delle foibe che, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943 e nella primavera del 1945, generò una serie di violenze che portarono all’esodo e alla morte migliaia di italiani.

La  celebrazione della giornata del Ricordo può essere un importante momento di conoscenza storica e di approfondimento di una delle pagine più complesse della storia italiana ma non può prescindere da una unanime e convinta presa d'atto delle innegabili responsabilità che in questa vicenda ebbe il regime fascista.

Un regime che trascinò in guerra l'Italia a fianco della Germania nazista, che fece della discriminazione, del razzismo e dell'oppressione delle persone e dei popoli i capisaldi del suo agire.

Una chiara e incondizionata condanna del fascismo, senza ipocrisie e con la forza della verità, è la prima e non negoziabile condizione per poter accettare la celebrazione della giornata del Ricordo delle foibe.

L’Anpi nel continuare il proprio impegno di vigilanza antifascista e di difesa della Carta Costituzionale, garanzia dell'ordinamento democratico dell'Italia, chiede a tutti i cittadini, le istituzioni, le associazioni, i partiti di impegnarsi perché siano abolite le norme razziste, schiaviste e squadriste contenute nella legge 94/2009, meglio nota come ”pacchetto sicurezza”; una legge, che lede i diritti umani dei migranti, e che sta rinnovando il dolore e la vergogna delle leggi razziali di mussoliniana memoria.

Direttivo della sezione Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi

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