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L'attentato di viale Baracca - Indaga la mobile
Molotov, si ipotizza uno scontro tra bande
Viterbo - 11 gennaio 2010 - ore 3,45

La bomba molotov
Il capo della Mobile Zampaglione
La miccia inespolosa della bomba molotov
La bomba andata in fiamme
- Uno scontro tra bande giovanili a due passi dal centro.

Sembra una versioni di provincia di Quadrophenia, il mitico film tratto da un album dei Who.

E invece potrebbe essere la causa del lancio di bombe molotov avvenuto tra sabato e domenica a Viterbo, in viale Francesco Baracca.

Sono le tre del mattino quando il fatto accade.

Un’auto scura, una Fiat Punto blu, si avvicina alla pizzeria Baldini Notte, dove, specie nel weekend, si accalca la solita folla di giovani tiratardi. Dall’auto qualcuno lancia qualcosa. Bottiglie. Che un attimo dopo si rivelano piene di liquido infiammabile.

Una prende fuoco immediatamente e danneggia una Peugeot 207 grigia parcheggiata nelle vicinanze. Le altre, almeno due, si rompono è si incendiano solo parzialmente. I cocci finiscono nelle mani della scientifica, che li sta ancora analizzando per cercare di ricavare le impronte digitali e, da qui, risalire ai responsabili dell’attentato.

Una delle ipotesi della squadra mobile di Fabio Zampaglione, giunta poco dopo sul posto, è che si tratti di una guerra tra gruppi di giovani. Iniziata, con tutta probabilità, in un’altra zona di Viterbo, per poi concludersi in viale Baracca, fortunatamente senza feriti.

Una vera e propria sfida per il controllo del territorio, come succedeva quarant’anni fa tra i capannelli di ragazzini di periferia. Solo che al posto dei sassi, sabato notte, hanno usato le bombe. Ordigni artigianali. Di quelli che si possono costruire anche a casa, seguendo le istruzioni di un qualsiasi sito Internet.

Anche per questo motivo, forse, gli agenti della mobile ritengono plausibile l’ipotesi di una guerra tra gruppi di giovani, per i quali il web non ha segreti e che, certamente, sono a conoscenza dell’esistenza di siti in cui viene spiegato come costruire una molotov.

Dopo aver gettato gli ordigni dal finestrino, l’automobile è fuggita a tutta velocità. A bordo, secondo le testimonianze raccolte, c’erano tre ragazzi ai quali, subito dopo, si sono accodate altre due automobili, allontanatesi rapidamente dalla pizzeria.

Un particolare sul quale gli inquirenti si sono già fatti qualche idea. A bordo di quelle due auto potevano esserci i bersagli del gesto intimidatorio, per i quali erano state preparate le bombe.

Oppure i complici degli attentatori. O ancora, qualcuno che, all’arrivo della polizia, ha preferito svignarsela. Ma anche questo è tutto da chiarire.

Quel che sembra certo, finora, è che l’attentato di sabato notte non sarebbe a sfondo politico. È l’unica pista che la squadra mobile, almeno per il momento, si sente di escludere.

Le indagini, in ogni caso, continuano. E forse già nella giornata di oggi, la notizia di reato sarà comunicata alla procura, che aprirà un’inchiesta.


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