Riceviamo e pubblichiamo - Con la privatizzazione dell'acqua si scarica forse in tariffa ogni spesa, compresa quella per gli investimenti?
L'Italia dei Valori ribadisce che l'acqua è un bene di tutti, che non può essere gestita dai privati che fanno di questo elemento universale e insostituibile un loro business.
Qual è la posizione degli amministratori pubblici dei paesi della Tuscia di fronte al cosiddetto decreto Ronchi?
L'Italia dei Valori su questo punto desidera essere ferma e chiara, dicendo no alla privatizzazione dell'acqua, perché si andrebbero a creare tutte quelle forme speculative che mirano solo a logiche di profitto, arricchendo pochi a discapito di molti.
Sarebbe opportuno e interessante conoscere la posizione di ogni Primo cittadino a riguardo.
Dalla “municipalizzazione” del governo Giolitti, alla legge Galli di ben novantuno primavere più giovane, inizia il processo di privatizzazione sfociato poi nel Tuel del 2000 “testo unico enti locali” che fissa le modalità di affidamento per la gestione del servizio.
Davvero l'affidamento di questo servizio con l'in house avvantaggerebbe il cittadino senza costi accessori al di là di un soggetto pubblico o privato o misto che sia? All'Antitrust l'ardua sentenza.
Perché le giunte comunali della Tuscia non informano la cittadinanza su cosa intendono fare nel prossimo futuro per i servizi idrici?
Se la gestione dell'acqua è una priorità, per l'Italia dei Valori, non è da meno la qualità di questo bene indispensabile che in questi ultimi decenni è andata notevolmente ad alterarsi in molti paesi del Viterbese, procurando non poca preoccupazione alla popolazione, quindi anche per questo è nostra intenzione informare il cittadino su cosa scorre effettivamente dal suo rubinetto.
Giovanni Francola
Comitato di programma Idv elezioni provinciali
