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Viterbo - Lettere - Scrive Patrizia Salimbeni
"Regolarizzazione colf, un incubo"
Viterbo - 14 gennaio 2010 - ore 17,00

Riceviamo e pubblichiamo - Alla ricerca dello sportello “amico”, offresi viaggio tra le varie agenzie postali della provincia. Destinazione… a scelta.

Sembrerebbe l’annuncio promozionale di una agenzia di viaggi che offre cose belle da vedere e servizi eccellenti.

E’ invece un incubo, che da alcuni giorni si abbatte su persone anziane che per regolarizzare colf e badanti devono, dopo aver presentato tutti i documenti richiesti dalla Prefettura, con un'attesa non indifferente, spedire “il bustone” da quest’ultima rilasciato, tramite raccomandata, alla Questura.

Raccomandata da effettuarsi presso un così detto “sportello amico” nome più infelice non si poteva dare e che premetto, non è attivo in tutti gli Uffici Postali e quindi c’è già la difficoltà a trovarlo, il quale tra i vari servizi si occupa di tutte le pratiche attinenti gli stranieri da inviare alla Questura.

La goccia che fa traboccare il vaso è la carenza di modelli per inviare la famigerata raccomandata, gli impiegati, senza tante scuse, fanno girare gli anziani e familiari da un Ufficio Postale ad un altro, alla ricerca di uno sportello amico fornito di tali modelli.

Lunedì 11 gennaio 2010, in tutto Viterbo, non c’erano modelli disponibili e i contribuenti, così è giusto chiamarli visto che la raccomandata costa 30 euro, se vogliono pagare devono andare a Vetralla o a Montefiascone.

La domanda sorge spontanea?

Questa la famosa frase di Antonio Lubrano, che cercava di risolvere i problemi della burocrazia italiana nella trasmissione che portava il suo nome, poi ribattezzata “Mi manda Rai3“.

Ma la Prefettura e la Questura non sono enti statali? Non possono quindi inviarsi in via telematica i documenti e far versare quanto dovuto con l’applicazione di marche e bolli?

Certo tali enti applicano la legge fatta dal loro stesso datore di lavoro lo stato che è un cane che si morde la coda e il cittadino è sempre quello che se lo prende…

Patrizia Salimbeni

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