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Giallo di Gradoli - E' quanto emerge dal capo di imputazione elaborato dall'accusa
Ala mente del delitto
Viterbo - 18 gennaio 2010 - ore 2,10

Fotogallery - Gradoli, la casa dei misteri

La camera da letto
Il garage
La cucina
Le macchie analizzate
- Ala Ceoban istigatrice del delitto di Gradoli.

La sorella di Tatiana, la donna scomparsa da Gradoli il 30 maggio scorso insieme alla figlia Elena, avrebbe architettato il duplice omicidio, con l'aiuto di Paolo Esposito, compagno di Tatiana e patrigno di Elena.

Concorso in duplice omicidio volontario aggravato da futili motivi e premeditazione. Ma anche occultamento di cadavere.

Sono questi i due capi di imputazione formulati dall'accusa dopo la chiusura delle indagini del giallo di Gradoli, che è stata notificata il 12 gennaio scorso.

Nessuna sorpresa, dunque. Le ipotesi avanzate dall'accusa, rappresentata dal pm Renzo Petroselli, sono confermate.

Come si legge nell'avviso di fine indagine, Ala Ceoban avrebbe avuto un ruolo particolarmente attivo "istigando, fomentando, preordinando l'azione e promettendo all'Esposito aiuto e collaborazione prima del verificarsi dell'evento, aiuto poi effettivamente prestato per cancellare le tracce del delitto e occultare i cadaveri delle vittime".

Restano da scigliore due interrogativi.

Che fine hanno fatto i cadaveri e l'esatto svolgimento dell'omicidio.

L'accusa, comunque, è certa che il delitto sia stato compiuto con premeditazione e che Ala sia stata spinta dalla volontà di prendere il posto di Tatiana nel cuore di Esposito.

Tutto ciò è scritto nell'avviso di conclusione delle indagini, dove si legge che Paolo e Ala "cagionavano la morte della sorella, Tatiana, e della figlia Elena, che venivano sottoposte ad azioni cruente e violente che provocavano copiosa perdita di sangue della prima, nonché con altre modalità non accertate".

La stragrande maggioranza delle tracce di sangue di cui si parla nell'avviso di fine indagine, si troverebbero nella cucina della villetta di via Cannicelle, dove Paolo viveva con Tatiana, Elena ed Erika.

Come si può notare dalle foto, la traccia di sangue più significativa, sarebbe stata trovata sul pomello della tenda ed è visibile anche a occhio nudo.

A conclusione delle indagini, la difesa ha a disposizione venti giorni per avanzare le sue mosse ed elaborare una strategia. Solo dopo si potranno conoscere uteriori sviluppi.


Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli

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