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Squadra mobile - Dopo una rissa in via Cattaneo - Arrestati 22enne e 19enne
Le bombe molotov lanciate per vendetta
Viterbo - 27 gennaio 2010 - ore 12,50


Il capo della mobile Fabio Zampaglione e il questore Gianfranco Urti durante la conferenza stampa
Le molotov lanciate la notte del 10 gennaio
Molotov, arrestati due giovani di 22 e 19 anni.

Una rissa in via Cattaneo. Poi le bombe.

E' per vendetta che la notte del 10 gennaio due giovani a bordo di una Punto hanno lanciato tre bottiglie incendiarie a pochi metri dalla pizzeria Baldini notte, a Viterbo.

Ora, dopo venti giorni di serrate indagini, i responsabili del gesto hanno finalmente un nome.

Si chiamano Eduardo Mazzarelli e Michael Cusi, di 22 e 19 anni, entrambi viterbesi. Sono stati arrestati questa mattina all'alba, in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Gaetano Mautone ed eseguite dalla squadra mobile, coordinata da Fabio Zampaglione.

I due ragazzi devono rispondere di tentate lesioni aggravate e incendio, dato che l'unica molotov che prese fuoco quella notte, danneggiò un'auto parcheggiata nelle vicinanze.

Sono, inoltre, accusati di fabbricazione, detenzione e utilizzo di arma da guerra. Perché è così che la legge italiana considera le bombe molotov: armi da guerra.

Cusi, tra l'altro, sarebbe una vecchia conoscenza della squadra mobile viterbese, finito in manette in passato dopo due tentate rapine, una ai danni di uno studente universitario maggiorenne, derubato e pestato; l'altra ai danni di alcuni ragazzini minorenni.

Allora, però, Cusi aveva solo 17 anni. Di lui si occupò il Tribunale dei minori.

Gli uomini di Zampaglione sono arrivati a Mazzarelli e Cusi da alcune testimonianze raccolte dopo l'attentato. Uno degli ascoltati rivelò loro di aver visto una Punto di colore scuro allontanarsi a forte velocità, dopo il lancio delle bombe.

Da indagini successive, la polizia è riuscita a risalire alla targa della macchina. Dopodiché, da un primo gruppo di sospettati, il cerchio si è stretto sempre più, fino a “inchiodare” i due giovani.

“Ci tenevamo particolarmente a risolvere questo caso – ha detto il questore Gianfranco Urti, in conferenza stampa -. Non possiamo permettere a nessuno che venga turbato l'ordine pubblico. Si è trattato di un attentato di una gravità inaudita, che avrebbe potuto degenerare e mettere in pericolo la sicurezza dei giovani che, in quel momento, erano fuori dal locale”.

Delle tre bombe, infatti, ne è esplosa soltanto una. Ma si è trattato solo di una fortunata coincidenza, dovuta alla scarsa abilità di chi le aveva realizzate.
“Per come erano costruiti – ha dichiarato Zampaglione – gli ordigni avrebbero anche potuto esplodere tra le mani di Cusi e Mazzarelli, tant'erano rudimentali”.

Le tre bombe sarebbero state realizzate con bottiglie vuote. In fretta e furia, dopo una rissa con un altro gruppo di giovani in via Carlo Cattaneo. Dalla violenta lite, Mazzarelli e Cusi erano usciti sconfitti. Ma subito dopo hanno deciso di contrattaccare. Da qui il lancio delle molotov in viale Baracca che, almeno inizialmente, aveva fatto pensare gli inquirenti a una guerra di bande giovanili. Indagini successive, però, hanno escluso questa possibilità.

“Si è trattato di un fatto occasionale – ha dichiarato il questore -. A Viterbo, almeno per ora, questa probabilità non esiste. Parlare di gruppi di giovanissimi che si fronteggiano per il controllo del territorio, qui, non ha senso. O almeno, non ancora. Magari ci sono gruppi di ragazzi che vengono alle mani per antiche rivalità. Ma la matrice non sembra essere criminale”.

Le indagini, a stretto contatto con la procura viterbese e coordinate dal pm Siddi, proseguiranno per cercare di accertare i motivi della lite in via Cattaneo. I giovani che vi parteciparono sono stati già tutti identificati.


Bombe via Baracca davanti alla pizzeria - Risolto il caso dalla mobile
Molotov, due giovani in manette
Viterbo - 27 gennaio 2010 - ore 8,12

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