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Giornata della memoria - Stasera 27 gennaio nella sala Paolo IV
Debutta "Considerate se..."
Viterbo - 27 gennaio 2010 - ore 16,00

Stefano Vignati
Riceviamo e pubblichiamo - Uscendo dalla Sala Paolo IV, lo spazio sottostante la sala del Conclave del palazzo dei Papi dove da pochi minuti si era conclusa la prova generale dello spettacolo “Considerate se…” , oltre al buio e al freddo delle serate d’inverno c’era ad accogliermi anche la pioggia.

In questo clima rigido, con piazza San Lorenzo completamente vuota e resa ancora più spettrale da una nebbiolina e dalle poche luci gialle che spuntavano dai cornicioni, il passaggio naturale di tornare alla realtà dopo aver assistito a una rappresentazione teatrale, almeno per me, non c’è stato, e le emozioni forti, dovute a ciò a cui avevo appena assistito, hanno continuato a persistere nella mia mente dando origine alle considerazioni che oggi sono qui a condividere con voi.

“Considerate se…” si ispira alle vicende tratte dal romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo” e giunge al pubblico proprio oggi, 27 gennaio, in occasione del Giorno della memoria.

A dargli vita sono i ragazzi e gli operatori del Dsm, Dipartimento di salute mentale Ausl di Viterbo, Tarquinia e Montefiascone a coronamento di un anno di impegno e di percorso formativo nel laboratorio teatrale tenuto da Paolo Manganiello e Chiara Palumbo, che di questo spettacolo sono anche gli autori e i registi.

Il loro lodevole sforzo e effetto taumaturgico del teatro hanno guidato queste persone, con vari ed evidenti problemi, attraverso un serio percorso formativo e di aggregazione, facendole uscire dalle purtroppo inevitabili situazioni di emarginazione e di solitudine a cui sarebbero destinate.

La rievocazione dei drammatici momenti trascorsi dai deportati nei lager nazisti, è stata attraverso i loro corpi, con l’aiuto dei loro volti segnati, con il loro recitare fatto di parole minime e gesti ancor più modesti, assolutamente prodigiosa.

“Voi che vivete sicuri/ nelle vostre tiepide case, / Voi che trovate tornando a sera/ il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo/ Che lavora nel fango/ Che non conosce pace/ Che lotta per mezzo pane/ Che muore per un sì o per un no.”

Le parole di Primo Levi dure come la pietra e stampate nella memoria, la memoria dell’offesa, riecheggiano nella sala. Aprono e chiudono la piece teatrale e si potrebbero ascoltare cento, mille volte e avere sempre lo stesso brivido.

Il pubblico, posto tutto intorno allo spazio scenico, si trova già dalla prima scena a essere oggetto degli sguardi silenti degli attori, sguardi di ansia, d’accusa, di dolore, e già dalle prime battute entra a far parte del dramma con uno stato d’animo diverso dalla semplice compassione.

Il confine tra la finzione del recitare e il disagio personale degli attori, tra la storia delle vittime di Auschwitz e la vicenda personale di chi sta recitando, è sottilissimo.

Paolo Manganiello e Chiara Palumbo guidano questi uomini e queste donne per mano e li portano a esprimersi dal profondo. E’ difficile per noi capire cosa sia sentito e cosa recitato.

Angelo Tanzi, nel ruolo della guardia nazista tiene insieme con bravura il gruppo e fa tutto con poche lapidarie parole e gesti perentori, il minimo che serve a rendere palpabili i sentimenti di cui i deportati erano oggetto: incomunicabilità e disprezzo.

“La selezione”, il termine con cui veniva definita la scelta di chi dovesse finire nei forni, termine che per noi oggi è un concetto ed una pratica quotidiana priva di drammaticità (concorsi, Miss, nomination etc..) arriva come momento topico della rappresentazione ed apre nella mente del pubblico una profonda riflessione.

Le scarpe vengono abbandonate per andare a morte. Semplice. Devastante. Estremo. Quello che un giorno non lontano alcuni uomini hanno saputo fare a altri uomini. Quello che non dovremo mai dimenticare. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.

E alla semplice obiezione, o critica che potrebbe naturalmente nascere sul fatto che la drammaticità dei temi trattati potrebbe essere un elemento dannoso, o aggravante, per le già serie condizioni di questi “Attori per caso”, arriva come una risposta inequivocabile il sorriso e la gioia dei nostri attori, che alla fine dello spettacolo, prodigiosamente usciti dalla loro parte e pronti a ricevere l’affettuoso applauso del pubblico, escono dalle quinte con un evidente orgoglio da attori consumati.

A questo, che più che un applauso era un abbraccio, loro tutti si sono uniti trasformando lo spettacolo in festa, in un momento sublime di amicizia e di comunione dello spirito. Spesso il teatro è magia, in questo caso è stato miracolo.

Stefano Vignati


Lo spettacolo ci sarà stasera, 27 gennaio, alle 21 e domani, 28 gennaio, alle 10,30 e alle 17,30 nella sala Paolo IV a piazza San Lorenzo.

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