:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
Tutto casa


Viterbo - Venerdì 29 gennaio alle 18 a Palazzo Gentili
Ingroia in Provincia per parlare di processo breve
Viterbo - 28 gennaio 2010 - ore 14,15

Antonio Ingroia
- Venerdì 29 gennaio 2010 alle 18, presso la sede della Provincia di Viterbo a Palazzo Gentili, il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia inaugurerà la nuova stagione della rassegna culturale “Il Salotto delle Sei” con un importante incontro dal titolo “Professione magistrato”.

Ingroia, magistrato indipendente, si forma professionalmente nella sua città natale, Palermo , e dal 1987 entra a collaborare nel pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che espresse chiaramente la volontà di averlo al suo fianco.

Diventa in breve tempo uno dei più importanti pubblici ministeri antimafia, conducendo indagini sulla criminalità organizzata e sugli scottanti rapporti tra la mafia, il mondo della politica ed dell’economia, occupandosi di processi chiave nella lotta alla mafia, come quello che nel 2004 vede la prima condanna di Marcello Dell’Utri .

Da sempre schierato in prima linea nella lotta alla mafia, lotta che come lui stesso sostiene, ha purtroppo perso di peso in questo periodo dopo aver superato la tensione del periodo dello stragismo, che ha portato ad una erronea considerazione: l’illusione che placatesi le acque il problema della mafia fosse risolto.

Ingroia è oggi più che mai al centro delle cronache nazionali per le sue ferme e chiare posizioni nei confronti del processo breve che definisce “eutanasia della giustizia” ; nell’incontro a Palazzo Gentili parlerà delle difficoltà che i togati riscontrano oggi nello svolgere il loro mestiere, dei continui intralci al loro operato , della legge sul processo breve che “non è la legge del processo breve, ma è la legge della morte breve del processo, perché contrariamente alle aspettative dei cittadini, quegli stessi cittadini scopriranno amaramente che alla fine del processo non ci sarà una sentenza di merito ma una sentenza che dichiarerà che è finito il tempo massimo entro il quale chiuderlo” .

Partendo poi dalla promozione del suo libro “C’era una volta l’intercettazione” (Stampa Alternativa 2009), testo chiarificatore riguardo il tema delle intercettazioni a fini processuali, si affronterà il tema della giustizia.

Questo suo testo mira a spiegare l’importanza fondamentale delle intercettazioni tanto telefoniche quanto ambientali, smaschera il disegno di legge del Ministro Alfano sul tema, che terrorizza gli italiani con la menzogna dell’essere tutti intercettati, spiega come questo non sia possibile, in termini di costi e di autorizzazioni ; riporta testimonianze di quanto le intercettazioni abbiano avuto un ruolo chiave per la risoluzione di grandi processi di mafia, dallo storico maxiprocesso reso possibile grazie all’intercettazione di Tommaso Buscetta, al “processo dei 114”, fino al processo tutt’ora in corso a carico di Totò Riina.

Ingroia con la sua magistrale esperienza realizza un testo adatto anche ai “non addetti ai lavori”, un testo per tutti, per aprire gli occhi ai cittadini sulle bufale che la televisione ed i media tendono a proporre.

Con dati alla mano e analizzando lucidamente i fatti, distrugge quel castello di luoghi comuni e bugie arroccato dall’enclave politica: le intercettazioni non sono per i cittadini una minaccia o un fenomeno da fronteggiare come “la controriforma” (così Ingroia si riferisce al ddl Alfano) sostiene, ma sono uno strumento prezioso ed indispensabile per difendersi dal crimine; di conseguenza fa un esame delle norme del nuovo ddl passato alla camera e traccia un ipotetico scenario futuro su ciò che attende la Giustizia italiana nel caso in cui la legge entrasse in vigore.

Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564

Condividi