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Viterbo - L'appello di cinque sindaci della provincia per lanciare una campagna che porti a un referendum abrogativo della legge sulla privatizzazione
L'acqua è un bene di tutti
Viterbo - 29 gennaio 2010 - ore 14,00

Bengasi Battisti
- Riceviamo e pubblichiamo un documento sottoscritto da alcuni sindaci della provincia per lanciare una campagna che porti a un referendum abrogativo della legge che impone la privatizzazione dell'acqua.

Le firme di sottoscrizione sono quelle dei sindaci Bengasi Battisti di Corchiano, Mario Fanelli di Capodimonte, Federico Gratarola di Vignanello, Lina Novelli di Canino e Maurizio Palozzi di Canepina, che essendo consiglieri provinciali hanno promosso un ordine del giorno approvato all'ultimo consiglio provinciale.


Il consiglio provinciale di Viterbo all’unanimità vota un ordine del giorno che riconosce l’acqua un bene comune, diritto dell’uomo e privo di rilevanza economica.

L’acqua è un diritto su cui non si può lucrare e non una merce per far arricchire.
Lo stesso ordine del giorno in questi giorni sta per essere discusso e approvato in tanti altri consigli comunali, provinciali e regionali dal Veneto alla Sicilia.

A prescindere dall’appartenenza si afferma ovunque e con chiarezza che alcuni diritti non si toccano e che l’acqua bene comune per eccellenza, è patrimonio pubblico delle comunità.

E’ una risposta delle comunità attive al decreto approvato dal governo lo scorso novembre che obbliga definitivamente alla gestione privata dell’acqua aprendo alle grandi multinazionali la strada allo sfruttamento di questa risorse indispensabile per la vita dell’uomo.

Da diritto umanitario a merce su cui lucrare, questo è il risultato di un percorso iniziato da 15 anni e che espropria le comunità di un bene primario. Parigi invece il 1 gennaio 2010 ha scelto di non rinnovare i contratti alle multinazionali Veolia e Suez e farà risparmiare trenta milioni di euro l’anno con una gestione totalmente pubblica .

L’Italia è in perfetta controtendenza rispetto all’Europa .
La legge Galli divise l’Italia in 94 ambiti territoriali ottimali, aree di gestione amministrativa coincidenti più o meno con le Province già privatizzate a macchia di leopardo che rappresentano solo con la bollettazione sei miliardi di euro.

Con l’approvazione del decreto Fitto-Ronchi cesseranno a giugno del 2011 tutte le esperienze pubbliche di gestione e si impone l’ingresso delle grandi multinazionali.

Uno sguardo a quello che è accaduto in questi anni nelle situazioni che hanno scelto la gestione privata può essere utile:

Ad Aprilia, dove la privatizzazione è partita sette anni fa è sbarcata la multinazionale Veolia Water che ora possiede il 49per cento di Acqualatina Spa e una famiglia che consuma 190 metri cubi l’anno prima pagava 122 euro oggi 257 (110 per cento in più).

La Toscana è stata la prima regione a cedere l’acqua, e oggi è in cima alla classifica per il caro bollette e per calo degli investimenti.

Ad Agrigento la girgenti acqua si è aggiudicata il servizio della provincia per trent’anni e ora trenta sindaci su 43 sono contro per le tariffe salate e gli investimenti inesistenti.

A Firenze Publiacqua chiede aumenti per compensare la diminuizione dei consumi dovuti alla campagna per il risparmio idrico. Cittadinanzattiva cita un dato: il privato aumenta le bollette e diminuisce della metà gli investimenti.

La lettura di queste esperienze smentisce clamorosamente le dichiarazioni sull’efficienza del privato sulla gestione dell’acqua.

E tutto questo accade mentre da due anni giace in commissione ambiente del parlamento una legge a iniziativa popolare che ha raccolto quattrocento mila firme di cittadini per affermare: acqua bene comune, diritto umanitario e privo di rilevanza economica.

Oggi è ancora possibile resistere a questo assalto a uno dei beni comuni primari e si può fare partendo dalle Comunità locali responsabili ed attive. L’approvazione di questo ordine del giorno rappresenta la volontà di resistere a scelte che vengono imposte contro gli interessi delle comunità e a danno dei cittadini.

Invitiamo ora tutti i sindaci e gli eletti delle comunità viterbese a proporre momenti di discussione nei consigli comunali rendendoci disponibili a ogni contributo richiesto.

Sarà il primo grande contributo della nostra provincia per costruire la risposta popolare a questo provvedimento. Sarà il primo passo per la costruzione di un referendum abrogativo delle norme che privatizzano l’acqua e la rendono merce dove auspichiamo che le nostre comunità possano essere protagoniste.

Bengasi Battisti
Sindaco di Corchiano
Mario Fanelli
Sindaco di Capodimonte
Federico Grattarola
Sindaco di Vignanello
Lina Novelli
Sindaco di Canino
Maurizio Palozzi
Sindaco di Canepina

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