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Regione - L'assessore Giuseppe Parroncini dopo le dichiarazioni del ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola
"Nucleare, il governo vuole fare tutto da solo"
Viterbo - 31 gennaio 2010 - ore 17,15

Giuseppe Parroncini
- “Finalmente il progetto del governo sul nucleare è chiaro: scavalcare totalmente le popolazioni, precludendo ogni possibilità di decidere sul destino del proprio territorio; non sfruttare le possibilità di occupazione, lasciando alle nostre imprese solo le briciole della bassa manodopera; abdicare in favore dei privati sulla programmazione. Ovvero, l’esatto opposto di ciò che ha in mente la Regione Lazio in tema di energia”.

L’assessore regionale agli Enti locali, alle reti territoriali energetiche, portuali, aeroportuali e dei rifiuti, Giuseppe Parroncini, commenta così l’intervista al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola pubblicata oggi su L’Unità, su un tema che riguarda da vicino Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, papabile per ospitare una centrale.

“Scajola – dice Parroncini – ha illustrato la linea, spiegando che essendo la tecnologia sul nucleare francese, alle imprese italiane non resterà che la manodopera. Si è quindi detto favorevole alla modifica del titolo V della Costituzione, come richiesto da Enel, in modo che la competenza sia tutta in mano allo Stato, bypassando le Regioni e le ragioni di qualsiasi territorio. Risulta pertanto beffarda l’istituzione dei “Comitati di confronto e trasparenza” sulle procedure autorizzative, quando si sta lavorando per togliere ogni potere decisionale alle popolazioni che dovranno ospitare le centrali”.

Ma ci sono altri aspetti ancora più gravi secondo Parroncini. “Il ministro – continua l’assessore regionale – negando ancora l’evidenza, ribadisce che l’elenco dei siti non esiste, salvo però aggiungere che saranno le imprese a sceglierli e a chiedere le autorizzazioni, e che queste intanto possono fare tutti i sopralluoghi che riterranno opportuni, come peraltro sta già accadendo.

Il che significa due cose: da una parte il governo, dopo aver espresso la volontà di prendersi la competenza sull’energia a scapito dei cittadini, rinuncia a ogni forma di seria programmazione; dall’altra emerge dai sopralluoghi in corso ciò che ormai solo il governo nasconde, cioè l’elenco dei siti”.

“Il tutto per un’operazione che presenta costi elevatissimi e tempi lunghi: la produzione dei primi impianti nucleari la vedremo nel 2020 e per stessa ammissione di Scajola non sapremo neanche quanto costerà l’energia. La Regione Lazio invece, stavolta sì grazie a una seria programmazione, entro lo stesso anno avrà già una produzione di 2500 megawatt di energie rinnovabili, proprio come una grande centrale nucleare, per la quale resta l’incognita delle scorie, ancora per ammissione del ministro.

Ritengo opportuno fare un ultimo appunto a Scajola: pensa che il no al nucleare di moltissime Regioni sia pregiudiziale e ideologico. Contrariamente a come ci giudica lui, si tratta più semplicemente della conferma di un’idea, di una scelta precisa per lo sviluppo del nostro territorio, che contrariamente al nucleare potrà portare a un incremento dei livelli occupazionali e anche dell’innovazione”.

Sulla vicenda intanto ancora nessuna presa di posizione dalla candidata alla presidenza della Regione Lazio del centro destra. “Alla luce di una linea chiarissima espressa da un illustre esponente della sua parte politica - conclude Parroncini – cosa altro serve alla Polverini per aprire bocca sul tema? Forse è troppo difficile spiegare ai cittadini che la loro voce non conterà nulla?”.

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