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L'opinione di uno sporco comunista
Al cittadino non far sapere...
di Valerio De Nardo
Viterbo - 10 giugno 2010 - ore 2,45

Valerio De Nardo
- In questi anni, a volte, ho nutrito delle preoccupazioni sul tasso di libertà del nostro Paese.

Ma, in fondo, in un qualsiasi campo democratico, è fisiologico che esso possa scendere o salire purché ciò avvenga in un quadro di principi e di valori condivisi.

Ma porre la questione di fiducia sul disegno di legge che restringe l’uso delle intercettazioni e riduce al lumicino la possibilità di informare sulle inchieste giudiziarie mi desta oggi un vero e proprio timore sulle agibilità democratiche in Italia.

Oggi su Tusciaweb potete leggere delle inchieste di polizia giudiziaria, delle indagini della magistratura, degli atti che sono a disposizione delle parti e dei difensori. Se passa questa legge non credo proprio che il direttore di questa testata si arrischierà a dover pagare centinaia di migliaia di euro per far sapere di Paolo e Ala, dell’omicidio Rizzello, delle operazioni antidroga.

Ha ragione chi ha detto che per sparare ad un cardellino (le informazioni sulle inchieste giudiziarie sui politici) si è usata la bomba atomica. Facendolo, tra l’altro, in un modo che mette a rischio le stesse garanzie degli indagati.

Mettiamo che mi intercettino e che nei 75 giorni previsti dal disegno di legge venga fuori dalle conversazioni un grave indizio di reato contro di me. Se dopo quel termine dalle conversazioni si potesse invece scoprire che si trattava di un equivoco, di uno scherzo, di un malinteso, non sarebbe più possibile usare quelle diverse informazioni...

Vedo un intento veramente cupo e “sinistro” in questa legge. Tanto più in un momento nel quale alcune vicende oscure della nostra storia più recente tornano sotto i riflettori della riflessione storica e delle indagini giudiziarie.

Democrazia è anche libertà di sapere, possibilità di formarsi una opinione. Lo scorso venerdì Raitre ha mandato in onda un bel programma sulla propaganda e la libertà di stampa sotto il fascismo: meritoria riflessione su una pagina della nostra biografia nazionale, che merita di essere comparata con la situazione attuale.

Una situazione nella quale il ministro dello sviluppo economico è, ad interim, il presidente del consiglio dei ministri che, guarda caso, è anche il proprietario del più importante agglomerato televisivo privato, il quale minaccia, senza pudore, di chiudere il contratto di servizio con la Rai se persistono al suo interno trasmissioni faziose (leggasi: che danno fastidio a lui, capo del governo e principale concorrente della Rai stessa).

Io penso che il livello di guardia sia stato superato. “Pacatamente, serenamente”, come si sarebbe detto sorridendo qualche tempo fa, sommessamente, ma fermamente, vorrei che oggi non sfuggisse a tutti noi la gravità del momento che ci troviamo di fronte.

Valerio De Nardo


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