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Viterbo - Martinelli (Cgil) contro le dichirazioni del ministro dell'Economia
Per Tremonti gli invalidi bloccano la competitività
Viterbo - 11 giugno 2010 - ore 16,30

G. Battista Martinelli
Riceviamo e pubblichiamo - Due milioni e settecentomila invalidi in Italia, a Viterbo 12.363 di cui 9426 con l’indennità di accompagno, pongono la questione se un Paese così può essere competitivo»: sono parole pronunciate dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nel presentare la Manovra Finanziaria Correttiva, contenenti uno stigma tanto grave da caratterizzarsi come uno dei più rilevanti danni recenti per le persone con disabilità. 

L’invalido, infatti, sarebbe un "parassita" che blocca la competitività e tale affermazione "razzista" non può che moltiplicarsi presso l'opinione pubblica, enfatizzata da certi organi d'informazione.

La realtà è che questa Manovra "mette le mani nelle tasche degli italiani" e pur trovando assai poco in quelle delle persone con disabilità, quel poco intende riprenderselo con decisione inversamente proporzionale alla prudenza usata nei confronti degli evasori fiscali.

E il modo scelto per farlo è il più subdolo, passando cioè il "fiammifero acceso" alle Regioni e decretando sostanzialmente la fine delle già timide politiche regionali sulla non autosufficienza, la domiciliarità e il contenimento del disagio sociale. Vediamo il perché, anche analizzando passo dopo passo varie dichiarazioni del ministro Tremonti.

Su una cosa ha ragione il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: migliaia di famiglie italiane hanno vissuto "al di sopra delle loro possibilità". Sono quelle che si sono dovute fare carico, pressoché integralmente, di familiari con grave disabilità. 

Ne hanno dovuto affrontare i costi assistenziali, rinunciare alla carriera lavorativa, dedicare tutto il proprio tempo per colmare le lacune di un sistema assistenziale che è una sorta di "colabrodo". Sono famiglie che si sono progressivamente impoverite.

Questo ci si augurava si considerasse nell’elaborare le misure per contrastare una crisi che già colpirà soprattutto i più deboli. E invece, non una parola in loro favore, nella conferenza stampa di presentazione della nuova Manovra Finanziaria, da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro Tremonti.

Anzi, le parole di quest’ultimo sono illuminanti e pericolose, forse ancora più dannose delle stesse politiche che si vogliono adottare nella Manovra "fantasma" (nessuno ne ha ancora visto il testo).

«Questo è un Paese che ha 2 milioni e 7 di invalidi - ha osservato il Ministro - e 2.7 milioni di invalidi pone la questione se un Paese così può essere ancora competitivo». Ebbene, il grave stigma che la frase esprime rappresenta uno dei più rilevanti danni alle persone con disabilità.

L’invalido sarebbe un "parassita" che blocca la competitività. 
L'"untore" che causa i danni al Paese con le spese che comporta. Un’affermazione "razzista" che non può che moltiplicarsi, enfatizzata da certa stampa, presso l'opinione pubblica.

La persona con disabilità, dunque, già esclusa dal contesto in cui vive, è anche additata come la "causa delle disgrazie della collettività". Come l’ebreo nella Germania degli anni Trenta. 

Invitiamo in questo senso il ministro Tremonti a ripetere la tesi della competitività condizionata negativamente dalla disabilità al suo omologo tedesco, il ministro federale delle Finanze Wolfgang Schäuble, in carrozzina dal 1990.

Certo, non ci aspettavamo sensibilità dal ministro di un Governo che ha sforbiciato del 40% il Fondo per le Politiche Sociali, che ha abrogato il Fondo per le Non Autosufficienze, che taglierà le gambe alle politiche sociali (oltre che educative, ambientali, sanitarie) regionali, che non ha dimostrato attenzione, al di là degli spot, per le fasce più deboli della popolazione.

E tuttavia - pur non potendolo pretendere - ci aspettavamo che Tremonti conservasse la lucidità

G.Battista Martinelli
Segretario generale Spi-Cgil


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