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| Oreste Massolo |
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- Domenica scorsa ho assistito ad un miracolo, a un fatto, cioè, che ha dell''incredibile e che suscita meraviglia, ma anche ad un evento straordinario, quasi estraneo all'ordine naturale delle cose per come si sono svolte fin qui.
Che è successo, allora?
Ho partecipato per un pò alla seconda festa del Bullicame ed ho subito gridato al miracolo.
Tutto pulito, la callara e le diverse pozze piene d'acqua, i ruscelli non più a secco.
Sto sognando? Il sole e il caldo procurano allucinazioni?
No, è tutto vero; è il Bullicame, cosi come me lo ricordavo da ragazzo, addirittura con le bolle al centro della callara!
Ho poi rintracciato sul mio portatile una nota scritta per Tusciaweb nel luglio del 2007 dal titolo: "Il Bullicame sta morendo?" con la quale denunciavo il degrado esistente, le pozze asciutte, la caldaia semivuota.
Di qui la mia sorpresa e la mia meraviglia.
E' dunque rinato il Bullicame? Lo spero con tutto me stesso. Non stava, quindi, morendo, ma qualcuno sicuramente cercava di farlo morire.
Chi l'autore del miracolo? Giovanni Faperdue che, con il suo amore per i luoghi simbolo della città, è riuscito, con itelligenza, a coinvolgere tante persone nella lotta per salvare il Bullicame dall'abbandono, dall'indifferenza e, forse, dalla rapina della sua benefica acqua.
A Santa Rosa è ora da accostare Beato Faperdue? E' la mia scherzosa proposta.
Certo è che dopo il sei giugno sarà veramente difficile ricorrere al noto proverbio passata la festa...perché il Bullicame è tornato di nuovo nelle mani dei viterbesi, come la grande partecipazione di popolo ha dimostrato.
Oreste Massolo
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