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Viterbo - Lettere - Scrive Marcello Giorgi, abitante del quartiere
Santa Barbara come il Bronx
Viterbo - 14 giugno 2010 - ore 18,00

Riceviamo e pubblichiamo - Il quartiere S.Barbara era famoso per sua leggendaria tranquillità (da qui il nomignolo di quartiere dormitorio) con poco traffico, forse con qualche “teppistello” in più, dove le famiglie giovani trovavano un posto tranquillo per allevare i propri figli (dove era anche possibile insegnare ad andare in bicicletta senza troppi rischi) e dove i giovani ed anziani migliorano il fisico facendo footing.

Ora dopo l’apertura di un supermercato (l’altro è stato fatto chiudere…. da chi e perché non si sa), che l’amministrazione comunale ha deciso di posizionare, non in una zona ancora aperta, ma bensì in mezzo ai palazzi storici, nell’unico appezzamento ancora a verde, questa tranquillità è svanita.

Questo perché, senza considerare l’aumento del traffico (peggiorato dopo l’introduzione dei sensi unici) si sono verificati vari problemi di impatto ambientale e di igiene pubblica, che dovevano essere valutati preventivamente.
Il problema più grave, anche se non coinvolge tutti gli abitanti ma solo quelli che abitano il palazzo fronte strada, è dato dal forte rumore che sprigiona notte e giorno l’impianto di condizionamento (viste le dimensione del locale è di elevata potenza) che non permette di dormire se non a finestre chiuse (impossibile essendo in stagione estiva).

Inoltre anche l’attività lavorativa inizia al mattino presto, infatti i primi camion iniziano ad arrivare intorno alle due / tre di notte e visto che fa caldo mantengono i motori accesi per far funzionare il loro impianto di condizionamento, e lo scaricamento di questi camion inizia verso le ore sei con rumore di muletti che rotolano su pedane in ferro, casse che cadono e così via.

E per finire (spero non emergano altri problemi) la ciliegina sulla torta, il lezzo che emana il cassone scarrabile piazzato in strada, che dovrebbe servire per i materiali riciclabili (carta e cartone), che invece, raccoglie di tutto e di più, sembra di stare in un mercato del pesce del terzo mondo.

A fine giornata poi, nessuno raccoglie le carte, guanti e varie buste e bustine che volano durante lo scarico merci e confluiscono con il vento negli androni obbligandoci a pulire continuamente.

A questo punto mi domando se gli organi preposti, per altro già avvisati (Arpa, sindaco, polizia municipale) siano interessati alla risoluzione dei problemi elencati, che sono, a mio avviso, insopportabili anche per gli abitanti di S. Barbara storicamente abituati ad essere abbandonati dall’amministrazione comunale.

Marcello Giorni
Un Viterbese doc – abitante storico del quartiere


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