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L'opinione di un candido democristiano
Provincia debole e sesso forte
di Renzo Trappolini
V
iterbo - 21 giugno 2010 - ore 2,30

Renzo Trappolini
- Ha scritto Enzo Biagi: ”Le promesse elettorali sono le stesse ovunque. Certo, la voce dei paesi è più debole di quella delle città. Sono meno anche i possibili clienti”.

Sarà per questo che Francesco Battistoni, primo eletto del partito di maggioranza in provincia di Viterbo, deve lasciare l’assessorato regionale nel quale amministrativamente avrebbe operato per l’agricoltura di tutto il Lazio e politicamente avrebbe dato autorevolezza alla rappresentanza conferitagli dai viterbesi, i quali, però, contano quanto trecentomila abitanti su 6 milioni.

Magari, con una politica di alleanze seria con Rieti e Civitavecchia non sarebbe successo, almeno in questa misura.

Speriamo di non ritrovarci in situazione analoga quando Roma potrebbe opporsi alla delocalizzazione di Ciampino per l’indotto economico sul suo territorio comunale, come aveva onestamente fatto intravedere il sindaco Alemanno prima delle elezioni prefigurando il cambiamento di maggioranza alla Pisana, che c’è stato.

E se il buongiorno si vede dal mattino, il primo decreto istitutivo di Roma capitale deliberato dal governo senza sentire il consiglio comunale e quello provinciale dovrebbe consigliare una ragionata politica di alleanze territoriali.

Aiuterà la direttiva (senza soldi) del ministro Matteoli sulle “priorità in ordine al disegno funzionale e allo sviluppo della rete infrastrutturale della rete aeroportuale del Lazio”?

I compiti (ma non i fondi, pare) sono assegnati o meglio ribaditi (come avrebbe potuto essere diversamente?) all’Enac che chiamerà per l’attuazione gli enti interessati (esempio le Fs, pagando s’intende) e la società che gestisce gli aeroporti di Roma, l’Adr, la quale – come si legge nella relazione di bilancio al 31 marzo 2010- è stata ammessa all’anticipazione tariffaria ma per investimenti in autofinanziamento “indifferibili ed urgenti”.

Auguri comunque alle signore supplenti assessori regionali, scelte in ossequio alla parità dei sessi imposta dalla legge con metodo purtroppo un po’ maschilista dagli uomini in uscita dalla giunta e “innovativo” sul piano delle regole scritte e non scritte dei partiti e soprattutto della istituzione, peraltro rappresentata da una donna.

Quando Kissinger dichiarava di non capire la politica italiana, Montanelli precisava che “per sessanta milioni di italiani è così, tutti, anche quelli che la fanno”.

Renzo Trappolini


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