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Tribunale - Sette su nove sono carabinieri
Giallo di Gradoli, sfilano i testi dell’accusa
Viterbo - 22 giugno 2010 - ore 3,30

Un momento del processo
-Compariranno questa mattina, davanti alla corte d’assise, i primi testimoni del processo Gradoli.

Sono nove. Tutti indicati dal pm Renzo Petroselli, ma citati anche dalle difese di Paolo Esposito e Ala Ceoban, in carcere dall’estate scorsa con l’accusa di aver ucciso Tatiana ed Elena Ceoban, scomparse il 30 maggio 2009 da Gradoli.

I primi a essere ascoltati, davanti alla giuria popolare e ai giudici Eugenio Turco e Maurizio Pacioni, saranno i carabinieri che, fin dall’inizio, si sono occupati del caso.

A cominciare dal maresciallo Agostino Marigliano, il comandante della stazione di Gradoli, e dagli uomini del Ris Guido Vespi e Francesco Cominetti, che hanno eseguito i rilievi nella villetta di Esposito.

Per poi proseguire con il capitano Marco Ciervo e i marescialli Prisco Villani, Fortunato Casile e Ulderico Venanzoni, del nucleo investigativo di Viterbo.

A chiudere il giro di testi di questa seconda udienza, i coniugi Roberto Tognarini e Olga Nekifor, zia di Tatiana e Ala. Ma la lista delle persone chiamate a deporre in aula è ancora lunga.

Soltanto la pubblica accusa ha citato 55 testimoni, ai quali si aggiungono i 67 della difesa di Esposito (avvocati Mario Rosati ed Enrico Valentini), i 65 della Ceoban (avvocati Piefrancesco Bruno e Fabrizio Berna) e i 51 chiamati a deporre dal legale di parte civile Luigi Sini, che rappresenta la madre di Ala e Tatiana.

Una trafila chilometrica, quella delle audizioni dei testi che andrà avanti, probabilmente, per tutto il 2010.


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