Alessandro Angelelli

Lo hanno capito per primi gli elettori che, seppur bistratti e spesso poco considerati dai politici stessi, accrescono da anni e di elezione in elezione il partito degli astenuti.

Lo hanno capito, successivamente, i giornalisti, gli opinionisti e gli esperti di comunicazione, costretti ormai a “navigare a vista”, senza boe, fari, stelle polari o qualsivoglia altro punto di riferimento, in un mare in tempesta: il mutabile e mutante scenario politico.

Se ne stanno accorgendo, per ultimi, come nelle migliori storie di “corna” che si rispettino (in cui il tradito è sempre l’ultimo a capire o sapere), i politici.

Traditi dai propri elettori.
Cercherò di essere più chiaro, pur non dilungandomi sulle arcinote difficoltà interne ai partiti o alle coalizioni, tanto di centrosinistra quanto di centrodestra.

I cittadini hanno perso fiducia nella Politica, quella con la P maiuscola, quella a cui, fino a qualche decennio orsono, delegavano la propria tutela in modo totale, convinto ed incondizionato (sono venute meno le “ideologie”, c’è stata tangentopoli, la seconda Repubblica, ora altri scandali sono all’ordine del giorno ecc.ecc.) Conseguenza di ciò: i cittadini hanno perso fiducia nei politici.

Questi ultimi, dal canto loro, contribuiscono al cortocircuito perdendo ogni giorno di credibilità ed alimentando così un circolo vizioso che porta inevitabilmente ad un decadimento della società.

Attenzione. La credibilità per un politico è come la benzina per un’automobile, senza il motore non si accende, la macchina non si muove e non si va da nessuna parte.

Ora ci troviamo proprio in questa situazione, la macchina è ferma, la benzina (credibilità) non c’è nel serbatoio. Ma non è che la benzina sia esaurita del tutto, è comunque ancora in circolo (almeno spero!), solo probabilmente più difficile da reperire. O ci si dà una mossa oppure si rischia il tilt del sistema.
Faccio un paio di esempi che mi riguardano personalmente e vado a concludere.

Il 22 giugno si è tenuto un referendum a Pomigliano d’Arco, fondamentale per il futuro dello stabilimento Fiat, ma soprattutto per i migliaia di operai che ci lavorano. Ebbene la posizione del PD, favorevole al SI al referendum, purchè “poi, azienda e sindacati si ritrovino con l'obiettivo comune di risolvere i problemi ancora sul tavolo, nel rispetto dei diritti dei lavoratori” (dichiarazione di Fassina – Responsabile Economico del PD – del 21 giugno) è, a mio avviso, non solo tardiva, ma addirittura troppo astratta e poco convincente. Risultato: poco credibile.

Stamane, giovedì 24 giungo, c’è stato il Consiglio Provinciale. Ebbene il PDL, il maggior partito della coalizione di centrodestra che ha vinto al primo turno le elezioni e che quindi gode di ampia maggioranza, ha fatto mancare il numero legale.

A tre mesi dalle elezioni non abbiamo ancora tenuto un Consiglio che fosse uno in cui si discutesse di un qualche argomento politico. Un centrodestra litigioso ed interessato più alle poltrone che alle problematiche dei cittadini si è diviso su tutto: ieri nomine di assessori, poi nomine nelle commissioni, oggi nomine dei revisori contabili, domani chissà.

Lo spettacolo è davvero indecente, il rispetto per gli elettori ed ahimè, spesso anche per gli eletti, quasi nullo, la credibilità politica ridotta ai minimi termini.

Domani venerdì 25 giugno, ci sarà lo sciopero generale indetto dalla Cgil, contro una manovra considerata, anche dai partiti di centrosinitra, sbagliata ed iniqua. Come si comperterà il

Pd viterbese? Sono consigliere provinciale e membro della direzione del Pd, eppure non so rispondere a questa domanda. Io comunque ci sarò.

Alessandro Angelelli