Sono soltanto alcuni dei dati relativi a Viterbo, contenuti nel rapporto statistico “Immigrazione, Regioni e Consigli Territoriali per l'Immigrazione”, a cura del Fondo europeo per l'integrazione dei Paesi terzi e presentato in Prefettura. Un'accurata ricerca che prende in esame il fenomeno immigrazione in tutte le regioni italiane.

Nel Lazio gli immigrati sono 450,151, con un'età media di 33 anni, inferiore a quella complessiva, (43 anni). E se l'inserimento sociale è alto, va meno bene per quello lavorativo, che ottiene un indice medio.

Sul fronte lavoro, per quello dipendente, gli occupati sono passati dai 3,656 del 2000 agli 11,229 del 2008. Ma negli anni, forse acquisendo maggiori competenze è cresciuto anche il numero di chi ha fatto il grande passo, mettendosi in proprio.

Gli stranieri titolari d'impresa sono passati a Viterbo dai 73 del 2003 ai 468 del 2009.

Sul paese d'origine, il dato nella Tuscia è ormai consolidato. La comunità più numerosa è quella rumena (10.500), seguita a distanza da quella albanese (1,539), poi i marocchini (989) e gli ucraini (865).

Sotto il profilo sicurezza, tra il 2005 e il 2008, nel Lazio la popolazione straniera residente (non compresi i presenti col solo permesso di soggiorno e gli irregolari), è cresciuta del 63,7% e le denunce verso stranieri, irregolari compresi, è salita del 6,8%.

Un incremento di molto inferiore a quello relativo alla loro presenza. Le denunce più frequenti riguardano reati contro il patrimonio, e contro la persona, oltre a quelli in materia di droga.

Tra i relatori alla presentazione dell'indagine, il vice prefetto Maria Assunta Rosa per il ministero dell'Interno, Renato Marinaro dell'equipe di ricerca, Raffaele Miele, direttore di Immigrazione Oggi, Giuseppe Bea di Cina Epasa nazionale, Lukusa Tshiela del consiglio territoriale per l'immigrazione di Viterbo, con il coordinamento di Luca Di Sciullo.

A fare gli onori di casa il prefetto Carmelo Aronica, per il quale una maggiore integrazione passa anche da una corretta informazione.