Essendo venuto a mancare il numero legale il Consiglio è saltato, facendo rinviare di una settimana la discussione sui vari argomenti all’ordine del giorno.

Evidente l’imbarazzo nella maggioranza che ha dovuto prendere atto che esistono problemi di convivenza e di equilibri politici che prevalgono sulla soluzione dei problemi del territorio.

Evidente infatti che il Consiglio sia stato fatto saltare perché manca un accordo sulla nomina del revisore dei conti, figura che è al centro di un braccio di ferro.

Questo significa altresì che questa maggioranza è ostaggio delle cordate e degli interessi di parte ed è incapace di garantire un programma complessivo, unitario e organico di sviluppo.

Il rischio è da un lato la paralisi amministrativa, dall’altro una rincorsa all’accaparramento delle risorse a favore delle lobbies: le dichiarazioni di Meroi agli Stati generali dell’edilizia lo scorso sabato sono illuminanti.

Più spazio per la speculazione e meno vincoli di salvaguardia ambientale e sociale.

Un programma di sviluppo vero non può che essere partecipato, complessivo e generale.

Ma una amministrazione in queste condizioni non potrà garantirlo.

Sinistra ecologia e libertà della Tuscia