L’idea, che nasce dagli input dati ai volontari dell’associazione culturale Fata Morgana, organizzatrice della manifestazione, dai giovani collaboratori della stessa che già negli scorsi anni avevano sottolineato l’importanza della creazione di spazi di visibilità per progetti di studio e di ricerca dedicati al territorio, si inserisce nel lavoro di valorizzazione e promozione del paese e della cultura locale portato avanti ormai da anni dall’associazione.

Il primo incontro sarà quello di sabato 26 giugno nel corso del quale verrà presentata, presso le Antiche scuderie di Castel di Piero a San Michele in Teverina, la tesi del Dottor Emanale Calanca “Progetto di un’azienda vinicola nel comune di Civitella d’Agliano” discussa presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli studi Roma3 per il corso di laurea magistrale in Architettura – Progettazione Architettonica.

In essa viene realizzato il progetto di un’azienda vitivinicola nel cuore del paese, in uno dei suoi punti più suggestivi, a ridosso della Valle dei Calanchi.

L’edificio ideato appare strettamente connesso alla cultura e alle tradizioni della comunità civitellese, la struttura si adatta inoltre alle moderne tecniche di vinificazione non dimenticando però di dialogare con il contesto che la circonda, nel tentativo di sottolineare il profondo legame (ormai troppo spesso dimenticato) tra l’attività umana e l’ambiente naturale.

Domenica 27 giugno sarà la volta invece della presentazione, sempre presso le Scuderie di Castel di Piero, della tesi della dottoressa Valentina Fabi: “Episodi di arte nella città: il progetto Civitella d’Agliano (1987-1994)”. Il lavoro, discusso presso la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali per il corso di laurea in Storia dell’Arte e Tutela dei Beni Storico-Atistici, ripercorre uno dei più importanti esperimenti artistici che hanno interessato il Comune di Civitella: il progetto Civitella d’Agliano.

Un progetto che ha permesso di integrare la creatività del maggiori artisti europei emergenti con il rispetto e la valorizzazione delle tradizioni e delle specificità di un piccolo borgo medievale e, come dimostra l’approfondita analisi della Public Art sviluppata nel lavoro (da Spoleto 1962 a Volterra 73 passando per Campo Urbano 1969 e la Biennale del 1976 fino ai nostri giorni), esso può essere inserito a tutti gli effetti tra gli esempi più significativi in Italia di arte pubblica e sociale.